Emergono novità sulla riforma delle Pensioni del Movimento 5 Stelle di Luigi di Maio e della Lega di Matteo Salvini in merito al ritorno della pensione anticipata con il sistema delle quote, nello specifico della quota 100 e della quota 41 dei lavoratori precoci. Il pacchetto delle uscite anticipate per rendere meno drastica la riforma delle pensioni di Elsa Fornero prevede misure che puntano su nuovi requisiti di età e di contributi, nonché su alcune novità che riguarderebbero le donne lavoratrici e i lavoratori precoci, sempre in attesa della quota 41.
Le ipotesi sulla quota 100 poggiano sull'uscita minima dei 62 anni: per arrivare a 100 mancherebbero 38 anni di contributi ma, sulla carta, occorrerà fare i conti con il ricalcolo delle pensioni con meccanismo contributivo. Tale sistama comporterà, inevitabilmente, una perdita negli assegni mensili.
Pensione anticipata a quota 100: contributi ed età di uscita, le ipotesi
In più, la pensione anticipata a quota 100 ammetterà un limite di contributi figurativi: si parla di due anni di riscatto tra periodi di disoccupazione e di malattia, ad eccezione di quelli derivanti da maternità e puerperio. In soccorso della pensione a quota 100, fortemente voluta da Matteo Salvini e da Luigi Di Maio per superare la riforma Fornero, potrebbero arrivare i fondi privati: troppe le risorse necessarie per le nuove misure previdenziali (si parla di almeno 10 miliardi di euro), ragione per la quale potrebbero essere introdotte novità volte ad utilizzare i fondi di solidarietà in caso di esuberi aziendali alla stregua del modello dei lavoratori del settore bancario.
Tuttavia, a preoccupare maggiormente gli aspiranti pensionati della quota 100 è proprio il ricalcolo degli assegni: secondo quanto scrive quotidiano.net, infatti, chi accetterà il meccanismo contributivo potrebbe vedersi decurtare il proprio assegno mensile dell'8-10 per cento.
Non solo quota 100 per uscita anticipata: pensioni precoci e donne, gli sconti
Tuttavia, la riforma delle pensioni prevederà anche altre misure oltre all'uscita anticipata a quota 100 che potrebbero riguardare le donne i precoci della quota 41. Infatti, si stanno ipotizzando nuovi sconti sui contributi necessari per la pensione anticipata delle lavoratrici con un bonus, simile a quello previsto per l'anticipo pensionistico Ape social, di 8 mesi di versamenti per ogni figlio avuto, fino ad un massimo di tre figli.
Pertanto, la quota 100 al'età minima di 62 anni si integrerebbe con la scontistica a favore delle lavoratrici, con uscita anche al di sotto dei sessant'anni per il bonus pieno. Il meccanismo verrebbe riproposto anche per i lavoratori precoci in merito alla quota 41: i contribuenti che abbiano iniziato a lavorare durante la minore età avrebbero un analogo sconto, con un minor peso contributivo che, pertanto, potrebbe arrivare fino a 3 anni. Sia la quota 100 che le misure di uscita per i precoci e le donne non contemplerebbero, però, il rinnovo dell'Ape social. Pertanto, la novità pensionistica dei precedenti governi verrebbe smantellata dalla riforma delle pensioni prevista per il 2019. Ultima possibilità di uscita a 62 anni sarebbe rappresentato dai fondi di solidarietà da utilizzare a favore dei lavoratori in condizione di disagio, le cui categorie ricalcherebbero quelle previste per l'Ape social.
In sostanza, analogamente al settore bancario, si dovrebbe poter andare in pensione anticipata a 62 anni, ma con 35 anni di contributi e non con i 38 della quota 100. Tuttavia, l'attuazione di questa misura, presuppone l'applicazione dell'aumento di 0,30 dell'aliquota di questi fondi, soluzione che potrebbe scontentare le imprese alle quali è stata promessa la riduzione del carico fiscale.