Quanti sono i lavoratori che potrebbero andare in pensione anticipata con la quota 100 e con la quota 41 dei contribuenti precoci nel 2019? Alla domanda ha risposto la società specializzata Tabula, di Stefano Patriarca, calcolando l'impatto della riforma delle Pensioni dei due partiti maggioritari, il Movimento 5 Stelle di Luigi Di Maio e la Lega di Matteo Salvini, sulle uscite dei lavoratori dal 1° gennaio del prossimo anno. Ad oggi, il ripristino delle pensioni anticipate (o di anzianità) con il meccanismo delle quote rimane il meccanismo più probabile per slegare le pensioni all'aspettativa di vita previsto dalla Fornero, sistema che tra poco più di tre mesi allontanerà l'uscita per la pensione a 67 anni e aumenterà i contributi necessari per la pensione anticipata di cinque mesi.

Pensione anticipata con quota 100: uscita nel 2019 per 350 mila, le stime su quota 41 precoci

Sulla base delle ultime rassicurazioni di Matteo Salvini circa l'adozione della pensione anticipata al raggiungimento della quota 100, partendo dall'età minima di 62 anni e da 38 di contributi, le stime fatte dai responsabili economici della Lega (Massimo Garavaglia, Massimo Bitonci e Claudio Durigon) sui lavoratori in uscita parlano di circa 400 mila contribuenti interessati per il solo anno 2019. I numeri sono parzialmente confermati dalla società Tabula: la sola quota 100 a 62 anni interesserebbe 350 mila lavoratori nel 2019 con una spesa per le casse statali di circa 8 miliardi e mezzo di euro. Poi, a regime, le pensioni a quota 100 costerebbero circa 11 miliardi di euro.

Ma nei conti fatti dalla Lega sono, ad oggi, esclusi i lavoratori precoci, ovvero i contribuenti che hanno già alle spalle almeno quattro decenni di versamenti avendo iniziato a lavorare in adolescenza. Le stime, in ogni modo, sono state calcolate da Tabula e pubblicate sul quotidiano Repubblica.

Quota 100 e quota 41, le pensioni anticipate previste per il 2019

Quella dei precoci che attendono la quota 41 e non possono attendere la pensione anticipata a quota 100 a 62 anni è una platea molto più ampia di quanto si potesse pensare. Infatti, secondo la Tabula, se alla quota 100 all'età minima di 62 anni si aggiungessero le uscite a quota 41,5, i beneficiari potrebbero arrivare a 660 mila.

Ben 310 mila lavoratori in più in uscita nel solo 2019, di età, presumibilmente, inferiore ai 62 anni. Le stime fatte dalla Tabula si basano sulle pensioni anticipate del 2017 che, pertanto, potrebbero rappresentare un meccanismo di uscita ben più ampio rispetto allo scorso anno. Infatti, dalle varie gestioni Inps, è risultato che nello scorso anno sono andati in pensione anticipata 153.541 contribuenti, meno di un quarto delle pensioni attese nel 2019 con la quota 100 e con la quota 41. L'ipotesi di uscita con la quota 41 (adeguata a 41 anni e mezzo per l'aspettativa di vita della riforma Fornero) viene rivendicata dai lavoratori precoci che, dalla loro, hanno già ampiamente superato il minimo dei contributi necessari per la quota 100, dovendone però attendere la maturazione dell'età minima.

Dunque, se non venisse approvata la quota 41, gli attuali precoci dovrebbero attendere alcuni anni prima di poter andare in pensione anticipata con la quota 100, pur avendo superato il numero minimo di anni di contributi (trentotto) che potrebbe essere messo nero su bianco dalla prossima legge di Bilancio per la quota 100.