riforma pensioni: sui principali media e social network si continua a parlare e discutere intorno alla quota 100, quella misura che in campagna elettorale aveva fatto illudere moltissimi cittadini di essere ormai prossimi alla pensione e che sta, invece, deludendo molti elettori.

Pensioni, sfuma quota 100 'pura'

Nell'immaginario collettivo, per quota 100 si intendeva somma di età anagrafica e contributiva: il Governo in carica ha però, probabilmente resosi solo ora conto delle scarsissime risorse a disposizione per il comparto previdenziale, infranto (almeno per il momento) il sogno nel cassetto di molti.

Raggiungere la pensione anticipata con quota 100 non solo non sarà così semplice, ma chi vi aderirà dovrà subire delle penalità sull'assegno. I dettagli e le tre ipotesi attualmente al vaglio dei tecnici dell'esecutivo.

Quota 100 con penalizzazioni, le tre ipotesi allo studio dei tecnici

Sebbene non siano ancora definiti i paletti anagrafici (si parla di 62 anni di età anagrafica e 36 o 37 anni di contributi) sembra invece sempre più chiaro il fatto che chi deciderà di aderire all'uscita anticipata potrà farlo solo avendo un assegno decurtato. Infatti il Governo starebbe studiando una misura che consenta di uscire prima dei 67 anni imposti dall'attuale sistema previdenziale, ma solamente a fronte di decurtazioni.

Questa pare essere l’unica modalità per contenere i costi esosi della quota 100, tanto voluta dalla Lega. I tecnici del Governo stanno ora valutando tre possibili penalità, alcune temporanee altre permanenti, i dettagli.

Pensioni anticipate con quota 100, via prima dei 67 anni: ma con quale penalità?

Le tre ipotesi che stanno circolando negli ultimi giorni sui principali media italiani sarebbero:

  • Il ricalcolo dell’assegno con metodo contributivo dal 1996, con la possibilità di usare solo 2 anni di contributi figurativi per raggiungere il montante. Questo porterebbe, come riporta il Corriere della Sera, ad un taglio del 10-15% sull'assegno pensionistico;
  • taglio dell’1-1.5 punti percentuali per ogni anno di anticipo rispetto ai 67 attuali, penalizzazione che dovrebbe essere temporanea, ossia si azzererebbe al raggiungimento dei 67 anni d’età previsti dal 2019 per poter andare in pensione;
  • una penalità inferiore, tra lo 0.5-1%, per ogni anno di anticipo, ma permanente.

Ad esempio, una pensione da 1.500 euro netti mensili, con penalità dell'1,5% porterebbe a ricevere un assegno di 1387,5 con una decurtazione quindi di 112,5 euro. Questo dovrebbe essere il 'costo' per chi decidesse di anticipare l'entrata in quiescenza.