Nel Consiglio dei Ministri (Cdm) previsto per oggi 15 ottobre, uno degli argomenti che verranno discussi sarà il reddito di cittadinanza. Infatti, il Cdm di oggi è quello in cui verrà di fatto predisposta la manovra finanziaria e la misura di contrasto alle disuguaglianze sociali ed alla povertà, che insieme al capitolo pensioni è quella più attesa. Iniziano a delinearsi bene gli scenari della misura che dovrebbe partire ad aprile e sulla quale esponenti del governo ed anche il Premier Giuseppe Conte, hanno presentato all’opinione pubblica chiarimenti molto importanti.

Molti scettici al riguardo avevano avanzato una problematica territoriale, con la misura che secondo i critici rappresentava un sostegno quasi esclusivamente per il Mezzogiorno. Ma il Presidente del Consiglio ha chiarito che la “questione territoriale” non ha modo di esistere.

I requisiti per il reddito di cittadinanza

Secondo il quotidiano di Torino “La Stampa” il 70% dei potenziali fruitori della misura si trova al Sud Italia. Solo il 18% andrebbe a finire a cittadini residenti al Nord e una percentuale pari al 12% sarebbe appannaggio di soggetti residenti al centro dello stivale. Il Vice Premier Luigi Di Maio però, nelle sue ultime dichiarazioni ha presentato stime nettamente diverse, secondo cui il reddito di cittadinanza sarebbe erogato in maniera quasi equamente divisa tra Centro-Nord e Sud della penisola.

Allo stadio attuale, la misura dovrebbe essere appannaggio di famiglie con Isee inferiore a 9.300 euro. Il reddito di cittadinanza dovrebbe prevedere erogazioni da 780 euro per un singolo beneficiario che potrebbero arrivare a 1.400 euro al mese per le coppie.

Altri dettagli sulla misura

Prima Conte e poi Di Maio hanno confermato che le offerte di lavoro che saranno destinate ai beneficiari del reddito di cittadinanza saranno spalmate su tutto il territorio nazionale e non solo al Sud. Appare chiaro che essendo il Meridione l’area della penisola dove è maggiore il tasso di disoccupazione potrebbero esserci maggiori beneficiari, ma sembra che il governo stia studiando un modo per non penalizzare quei soggetti che rifiuteranno le prime proposte lavorative fuori della propria città, provincia o regione.

I potenziali beneficiari sarebbero 6,5 milioni, tra italiani e stranieri che da almeno 10 anni sono regolarmente residenti in Italia. I soldi verranno erogati tramite voucher e probabilmente sulla tessera sanitaria. Il benefit economico non dovrebbe essere cumulabile, cioè mese per mese i soldi non spesi vanno perduti. La durata della misura dovrebbe assestarsi tra i 18 ed i 24 mesi e gli importi saranno diversi a seconda delle singole situazioni di ogni beneficiario. Sembra probabile che i cittadini che hanno casa di proprietà dovrebbe percepire un reddito di cittadinanza ridotto tra i 200 ed i 400 euro. Resta in piedi anche la formula del sostegno che obbligherà i percettori a seguire i corsi di formazione, riqualificazione ed i programmi di reinserimento lavorativo e sociale che i centri per l’impiego metteranno in atto. Conferma anche per la questione dei lavori socialmente utili per il proprio comune, con i beneficiari che dovranno garantire 8 ore settimanali di lavoro alle dipendenze del proprio sindaco.