In pensione a partire dai 62 anni di età anagrafica unitamente ai 38 anni di versamenti contributivi. È questa l'ultima ipotesi dell'esecutivo Conte dopo lunghe discussioni susseguitesi in vista dell'approvazione della nuova Legge di Stabilità che entrerà in vigore a partire dal 2019.
Quota 100 con finestre trimestrali
Spunta anche l'ipotesi sulle finestre che potrebbero far slittare il meccanismo della Quota 100 al prossimo aprile. Si tratta di quattro finestre trimestrali la prima delle quali si aprirà nella prossima primavera fino al gennaio 2020.
L'obiettivo, infatti, è quello di rientrare nei limiti di spesa previsti, ovvero, negli otto miliardi di euro richiesti per il primo anno di applicazione. Superata anche l'ipotesi lanciata alcune settimane fa riguardante il ricalcolo dell'assegno previdenziale secondo il metodo contributivo anche se il Governo potrebbe studiare un nuovo piano di penalizzazione per ridurre i costi.
Ipotesi penalizzazioni per limitare i costi
Con il beneficio, si potrà lasciare l'attività lavorativa dopo il raggiungimento di almeno 62 anni di età anagrafica accompagnati dal versamento di 38 anni di contributi anticipando di cinque anni l'età pensionabile rispetto ai 67 anni di età anagrafica richiesti per la cosiddetta pensione di vecchiaia.
Una misura che, stando alle simulazioni effettuate per l'Economia dalla società di consulenza per la pianificazione finanziaria e previdenziale Progetica potrebbe comportare una decurtazione dell'assegno pensionistico pari al 25%, ovvero un quarto dell'intero importo che un potenziale beneficiario andrà a percepire. Voci che sono state subito smentite da alcuni esponenti della maggioranza come riportato su Adnkronos.
Difatti, si attendono maggiori chiarimenti che potranno arrivare solo con l'approvazione della nuova Legge di Bilancio. Per limitare gli oneri derivanti dalla Quota 100, però, il Governo potrebbe decidere di applicare una riduzione pari all'1,5% per ogni anno di anticipo che comunque non dovrebbe superare il 7,5%. Non sarà previsto, invece, il ricalcolo contributivo dell'assegno previdenziale visto che, in questo caso la penalizzazione sarà maggiore.
Sempre secondo quanto affermato da Adnkronos, anche l'Opzione Donna a favore delle lavoratrici prevede una penalizzazione per le donne che escono dopo il raggiungimento dei 57 anni di età più 35 anni di contribuzione visto che, dovranno accettare il ricalcolo contributivo.