A lanciare un nuovo appello al Governo questa volta è stato Christian Mosi (fondatore e Presidente dell'Associazione Lavoro Over 30), che attraverso un comunicato spiega quanto sia assurdo continuare a parlare di età come discriminante sia per la pensione che per le assunzioni. Mosi ha spiegato a 'pensionipertutti' come vi sia un fil rouge a legare la lotta dei 'quarantunisti' (che ieri hanno incontrato Di Maio allo scopo di far passare la quota 41 indipendentemente dall'età) e i giovani/adulti iscritti all'associazione Lavoro Over 30, che lottano affinché nel mondo del lavoro non vi sia come barriera un vincolo legato all'età.

Pensione e lavoro: 2 generazioni legate dal vincolo anagrafico, l’appello di Mosi

Oggi - spiega Mosi - agli imprenditori conviene assumere solo un giovane under 30 dal momento che vi è la de-contribuzione nei contratti e pagano molto meno, circa 1/5, sui contributi rispetto ad assumere un giovane adulto. Così un over 30, spesso già padre di famiglia, si trova spiazzato e fuori dal mercato, giovane ma già vecchio per poter fare gola ad un imprenditore. Basta discriminazioni per età, se uno ha 41 anni di contributi versati è giusto vada in pensione anche se non ha 62 anni come prevede la quota 100, sia da adulto nell'accesso del mercato del lavoro: bisogna stoppare le politiche discriminanti nei confronti delle assunzioni per gli over 30.

Un part time di 16 ore - continua Mosi - costa quasi 2600 euro, a fronte di 700 di un collega giovane. Questa situazione spesso si risolve riducendo gli orari di lavoro o dichiarandone meno, finendo per alimentare così il lavoro nero e allungando inesorabilmente il tempo dalla pensione. Se verso meno oggi - aggiunge Mosi - chiaramente la mia pensione si allontanerà e ancora meno sarò utile a contribuire nel pagare le Pensioni di quanti già oggi sono in quiescenza. Ecco perché le due realtà sono legate, ed ecco perché Mosi ha chiesto ad uno dei delegati di 'quota 41 per tutti precoci uniti' di fare notare a Di Maio questa assurdità ed il legame che unisce le due generazioni. A sostegno dei più deboli i sindacati hanno presentato una piattaforma unitaria.

Cgil, Cisl e Uil: insieme per colmare le lacune della Manovra 2019

In attesa di essere ricevuti da Di Maio, a cui avevano chiesto udienza già mesi fa senza ottenere risposta, ieri Cigl, Cisl e Uil si sono riuniti ed hanno presentato una piattaforma unitaria per evidenziare le attuali lacune insite nelle misure che vedranno la luce nella legge di bilancio 2019, avanzando controproposte. Tra queste: ok a quota 100 come punto di partenza per smantellare la Fornero, poi stabilire che dopo 41 anni di contributi si possa accedere alla pensione indipendentemente dall'età, riconoscimento del lavoro di cura per le donne (e sgravio contributivo di 12 mesi per ogni figlio), stop all'aumento dell'età pensionistica in base all'aspettativa di vita, e tanto altro. Ora non resta che comprendere come risponderà il Governo (che si definisce del Cambiamento) a questi accorati appelli.