Una nuova picconata alla riforma delle Pensioni targata Fornero punta a “congelare” il pensionamento per anzianità. Poi una nuova stima relative alle pensioni anticipate con la quota 100, una delle misure principali della manovra del governo gialloverde. In attesa della definizione della legge di Bilancio 2019, che il Governo Conte dovrebbe inviare al Parlamento entro la fine di ottobre, sono queste le due novità emerse ieri dal fronte previdenziale che continua ad animare il dibattito politico, economico e sindacale.

Pensioni: congelata l’uscita dal lavoro per anzianità

La notizia relativa al congelamento dell’uscita dal lavoro per anzianità è stata data dal vicepremier pentastellato Luigi Di Maio, che ieri ha incontrato al ministero del Lavoro e delle Politiche sociali una delegazione di lavoratori che reclamano la cosiddetta quota 41 per i precoci, lavoratori che hanno cominciato a lavorare in giovanissima età e che non riescono ad accedere al pensionamento con i requisiti richiesti dalla legge Fornero nonostante abbiano già raggiunto i 41 anni di anzianità contributiva. Come si legge in un comunicato stampa del dicastero del Lavoro e delle Politiche sociali, il ministro Di Maio ha già dato mandato ai tecnici di adoperarsi al fine di individuare una formula da inserire nella manovra a tutela dei lavoratori precoci, iniziando, in particolare da “un’ipotesi di sterilizzazione – si legge nel comunicato – dell’aspettativa di vita”.

Quota 100: penalizzazione pensioni a partire dal 5%

Certamente una notizia per niente positiva, invece, quella relativa alla cosiddetta quota 100. E’ composta da circa 500mila lavoratori, secondo le stime dell’esecutivo M5s-Lega, la platea dei beneficiari: cioè lavoratori che possono accedere alla pensione anticipata a 62 anni ma con un’anzianità contributiva di almeno 38 anni.

Secondo le previsioni dell’istituto di ricerca Tabula, pubblicate dal quotidiano Il Sole 24 Ore, le pensioni che verranno incassate con la quota 100 rischiano una penalizzazione che varia dal 5 al 21% rispetto all’entità dell’assegno previdenziale pieno. Una penalizzazione non di poco conto. Si corre il rischio, dunque, che questa formulazione della misura per l’anticipo dell’uscita dal lavoro sia destinata all’insuccesso così come già avvenuto con l’Anticipo pensionistico volontario introdotto due anni fa dal Governo Renzi insieme all’Ape social.