Quota 100 sarà strutturale dal 2019 e, stando a quanto dichiarato, partirà a febbraio: il quadro ormai è chiaro ed è delineato, il Def è passato, dunque è stato approvato il decreto con cui si intende iniziare a smontare la Riforma Fornero attraverso l’introduzione di un primo provvedimento, noto a tutti come Quota 100. Al comparto previdenziale saranno destinati 7 miliardi: Salvini ha affermato che si partirà ‘con lo schema 62+38’, a conferma che la quota 100 sarà valida solo per alcuni, infatti non si tratta della semplice somma tra età anagrafica e contributiva.
Pensioni 2019, beneficiari ed esclusi dalla quota 100
Al termine del consiglio dei ministri sulla Manovra, il vicepremier Matteo Salvini si dice soddisfatto, con la quota 100 ha detto: “diamo, già dal primo anno, una sostanziosa iniezione di ossigeno", il riferimento è certamente ai 400 mila pensionandi che riusciranno, se lo vorranno, a lasciare il lavoro, perché centreranno i requisiti. Ricordiamo infatti che chi ha 41 anni di contributi versati e 59 d’età non potrà accedere alla quiescenza, i requisiti vincolanti non riguardano solo i contributi (ne occorrono 38) ma anche l’età, servono almeno 62 anni. Fuori anche le donne, con carriere discontinue, che magari hanno solo 35 anni di contributi, pur avendone già 65 e fuori gli esodati, che per ovvie ragioni, non lavorando più, non sono riusciti ad accumulare i contributi necessari per poter accedere alla misura che sarà attiva dal prossimo febbraio.
Potranno usufruire della misura quanti sono riusciti ad accumulare nell'arco della propria vita 38 anni di contributi e 62 d’età e per loro - assicura Salvini - non vi saranno tagli sull'assegno. Potrebbe al più esserci il divieto di cumulare il reddito da pensione con quello da lavoro dopo la quiescenza perché l’obiettivo della quota 100 è proprio - spiegano dal Governo - il ricambio generazionale.
Pensioni, precoci non accontentati: quota 41 probabilmente dal 2020
Salvini in una recente conferenza stampa ha confermato che lo scopo del Governo ‘è quello di arrivare alla quota 41 pura’, una misura che però era già attesa dai precoci in questa Legge di Bilancio 2019, che si dicono indignati dal fatto che l'esecutivo stia paradossalmente (a detta loro) premiando quanti hanno lavorato di meno e di conseguenza versato di meno nelle casse Inps (38 anni anziché 41) rispetto appunto a chi come loro ha già alle spalle 41 anni di lavoro.
Quota 100 a conti fatti permetterà comunque di lasciare il lavoro 5 anni prima rispetto ai requisiti attualmente richiesti dalla Riforma Fornero: sì anche alla proroga dell’opzione donna, sebbene siano cambiati al rialzo i requisiti anagrafici, ora occorre maturare 58 anni e 7 mesi se dipendenti e 59 e 7 mesi se autonome entro il 31 dicembre 2018, mentre i requisiti contributivi restano invariati a 35 anni entro il 31 dicembre 2018. Confermata anche la pensione di cittadinanza che consentirà l’aumento delle minime fino a 780 euro.