Quota 100 sarà accessibile con 41 anni di contributi e 59 d’età? Purtroppo la risposta è no, sebbene in moltissimi inizino a chiedersi come mai la quota 100 non sia la semplice somma di età anagrafica e contributiva, dal momento - dicono i lavoratori sul web - che la matematica non è un'opinione. Il problema, ormai è chiaro: a causa della mancanza di risorse il Governo (per poter stare sui 7 miliardi di spesa preventivati per tale intervento) ha optato per 2 paletti: almeno 62 anni di età e 38 di contribuzione. Non sono dunque ammesse tutte le varie combinazioni, per buona pace di chi paradossalmente ha versato di più.

I due paletti sono imprescindibili per accedere a questa nuova misura di pensione anticipata.

Quota 100: 41 anni non bastano per andare in pensione

I lavoratori precoci, ormai esausti, sui social si domandano cosa sia cambiato realmente per loro con il Governo del Cambiamento, pensiero che si potrebbe riassumere con un post pubblicato sulla pagina Facebook di Luigi Di Mai : “Oggi abbiamo 58/59 anni con più di 40 anni di contributi versati, con la vostra tanto decantata quota 100 con l'eta minima a 62 anni di età non ci state agevolando, ci state escludendo da qualsiasi eventuale modifica perché per noi la legge Fornero rimane invariata, usciremo alla fine del 2018 con 42 anni e 10 mesi di contributi versati e inizio 2019 con l'effetto dell'aumento dell'aspettativa di vita con 43 anni e 3 mesi”.

Purtroppo è propri così, al momento la quota 41 è stata rinviata al prossimo anno, Salvini ha infatti riferito che non ci sarà nel 2019 perché il Governo non ha la bacchetta magica (sebbene resti l’obiettivo di questa legislatura consentire a chi ha 41 anni di contributi versati di poter lasciare il Lavoro). La quota 100 non permette a chi ha meno di 62 anni d’età di poter accedere alla pensione anticipata, l'unica speranza ad oggi è lo sconto derivato dallo stop dell’adv dal 2019, almeno per le anticipate.

Quota 100 irraggiungibile per gli esodati

Elide Alboni (amministratrice del 'Comitato esodati, licenziati e cessati') si dice profondamente contraria alla quota 100, che non risolve per nulla i problemi e nemmeno tiene in considerazione o ha ben colto il dramma degli esodati. Questi soggetti, circa 6.000 - ricorda Alboni - sono privi di reddito da lavoro e da pensione da circa 7 anni, non hanno alcuna possibilità, essendo ad oggi disoccupati, di poter arrivare alla soglia dei 38 anni richiesti.

Per questo domani nel presidio a Montecitorio e poi all'incontro con Di Maio si ribadirà a gran voce l’importanza di una soluzione ad hoc, un decreto legislativo immediato prima della Legge di Bilancio 2019 a favore degli esodati rimasti esclusi dalle precedenti salvaguardie. Così Alboni precisa: “GLI ESODATI , LE ESODATE sono stati privati del LAVORO mediamente da SETTE anni in fase previgente pensione anteFornero e sono la falla/errore/vergogna Fornero più grossa più grave la #PRIMA che doveva essere definita e risolta da questo nuovo Governo ma che inspiegabilmente NON ha ancora fatto.”