Per far fronte alle difficoltà economiche causate dalla seconda ondata pandemica, lo Stato sta mettendo in campo diverse misure fra cui il cosiddetto Bonus Spesa e Ristoro 1000 euro. Si tratta di due aiuti differenti per beneficiari diversi, erogati il primo dai comuni, il secondo dall'Inps.

In cosa consiste il Bonus spesa?

I Comuni riceveranno dallo Stato un nuovo fondo (che ammonta a 400 milioni di euro totali per tutta l'Italia) e gli stessi Comuni erogheranno, grazie a questo denaro, un sostegno economico alle famiglie in grave difficoltà.

Il provvedimento è già in Gazzetta ufficiale ed è previsto dal Decreto Ristori ter. La misura di aiuto, pensata e destinata alle famiglie più disagiate, nel concreto è rappresentata da un buono spesa da usare per acquistare beni necessari. Simile al bonus spesa erogato durante la prima ondata di pandemia da Coronavirus, anche stavolta saranno le singole amministrazioni a selezionare i nuclei familiari in difficoltà economica che avranno diritto a ricevere l'aiuto.

Come si chiederà il bonus spesa?

Ogni Comune pubblicherà sul proprio sito le modalità con cui una famiglia può fare richiesta del bonus spesa.

Si prevede che i Comuni predisporranno un modulo di autocertificazione nel quale i richiedenti scriveranno i propri dati, il numero di componenti del nucleo familiare, e altre informazioni utili e necessarie. Nell'autocertificazione il richiedente dovrà dichiarare se gode già di altri sostegni pubblici, ad esempio il reddito di cittadinanza, e altre informazioni utili al Comune per stilare la graduatoria delle famiglie che avranno diritto all'aiuto economico.

Quanto vale in euro il bonus spesa e dove si spende?

Il sostegno economico per ogni famiglia andrà da un minimo di 300 euro a un massimo di 500 euro. Il range di sostegno cambia in base al numero di persone che compongono il nucleo familiare: una famiglia di una o due persone potrà ricevere un bonus di 300 euro; una famiglia di tre o quattro persone potrà avere diritto a 400 euro.

Infine, di 500 euro potranno beneficiare famiglie con cinque o più persone.

Ogni Comune pubblicherà un elenco di attività commerciali dove spendere il buono che sarà utile per generi di prima necessità. I Comuni hanno, però, anche un’altra opzione sul come usare i fondi dello stato: invece di dare alle famiglie il denaro del bonus, potranno scegliere di convenzionarsi con le attività commerciali e far consegnare direttamente a casa la spesa con i generi di prima necessità.

Ristoro 1000 euro: le novità sul bonus

Oltre agli aiuti per le famiglie bisognose, anche in questa seconda ondata pandemica lo Stato interviene a supporto delle aziende e dei lavoratori. Si tratta del nuovo bonus 1000 (presente nel decreto Ristori).

L'Inps eroga il bonus direttamente su conto corrente. L'ente, con una sua circolare, ha spiegato alcuni punti importanti sul bonus.

Prima di tutto coloro che hanno già fatto domanda la prima volta e hanno ottenuto l'indennità una tantum del decreto agosto potranno ricevere questo nuovo ristoro senza fare una nuova domanda. Coloro che devono fare domanda per la prima volta possono farla all'Inps entro il 18 dicembre.

Possono ricevere l'aiuto di 1000 euro (una tantum) sia coloro che rientrano nell'elenco del decreto agosto, sia nuovi soggetti che elenchiamo:

  • stagionali anche quelli impiegati nei settori del turismo o degli stabilimenti termali (lavoratori a tempo determinato oppure in contratto di somministrazione)
  • lavoratori intermittenti;
  • lavoratori dello spettacolo;
  • incaricati alle vendite a domicilio;
  • lavoratori autonomi occasionali

L'inps chiarisce anche che i lavoratori del turismo impiegati nei settori del turismo o degli stabilimenti termali possono ottenere 1000 euro in questi casi: cessazione del rapporto di lavoro tra l’1 gennaio 2019 e il 29 ottobre 2020; la prestazione lavorativa deve essere stata svolta per un numero minimo di 30 giornate; i lavoratori non devono essere titolari di trattamento pensionistico diretto, lavoro dipendente, disoccupazione NASpI.