Alunni con disabilità e accesso alla DAD, cioè didattica a distanza: è l'ultimo rapporto Istat, pubblicato il 9 dicembre sul portale ufficiale dell'istituto, a raccontare con i numeri quanto gli alunni fragili abbiano avuto difficoltà a frequentare le classi virtuali online, durante la prima ondata pandemica. L'Istituto nazionale di statistica ha documentato che oltre il 23% degli alunni con disabilità (circa 70 mila bambini e bambine) non ha potuto partecipare alle lezioni in remoto, resesi necessarie per la chiusura straordinaria delle scuole durante la crisi sanitaria cagionata dall'aumento di contagi di Coronavirus.
A tal proposito, si ricorda che l'attivazione della Didattica a distanza è stata imposta a partire dal 9 aprile 2020 (d.l. 8 aprile 2020, n.22). Nei fatti, però, è stata impraticabile per un'importante parte di bambini che, nella didattica tradizionale, trovano strumenti di inclusione scolastica difficili tra esperire con la DAD, in primis la primaria presenza di figure di sostegno e la socializzazione con i pari.
La scuola inclusiva pre DAD
Un altro dato, sottolineato dal report Istat, è l'entità numerica dei bambini diversamente abili presenti nelle scuole italiane. Relativamente all’anno scolastico 2019/2020, il numero di alunni portatori di disabilità è cresciuto di 13mila unità, rispetto al periodo scolastico precedente.
In totale si sono iscritti 300 mila alunni, cifra pari al 3,5% del totale degli studenti del Paese; l’avvento della crisi pandemica di Covid19, la chiusura delle scuole e l’attivazione della DAD hanno, però, escluso moltissimi di loro, e se si guarda al dato particolare del Sud Italia, la quota percentuale passa dal 23% al 29%.
Quali sono stati gli ostacoli di accesso alla DAD?
Nel report si leggono varie cause che hanno ostacolato l’accesso alla DAD per molti alunni appartenenti alla categoria di bambini fragili: "gravità della patologia" nel 27% dei casi, assenza di aiuto dei familiari nel 20% dei casi, difficoltà sociale ed economiche nel 17%. Caso meno frequente, ma degno di nota, un altro motivo di assenza alle lezioni online causato dalla "difficoltà nell’adattare il Piano educativo per l’inclusione (PEI) alla Didattica a distanza" (6%).
Si contano anche, fra le cause di esclusione, la precarietà o assenza di strumenti informatici (6%) e nel 3% dei casi la non garanzia di ausili didattici specifici.
Digitalizzazione a Scuola pre DAD: lo stato dell’arte
L’obbiettivo di introdurre la tecnologia digitale nella didattica, in vero, è un obbiettivo presente nei piani ministeriali ben prima della pandemia. La strada della digitalizzazione era stata già avviata nel 2007, con il Piano Nazionale per la Scuola Digitale-PNSD. Nonostante questo piano, però, in Italia una scuola su quattro risulta sprovvista di postazioni informatiche conformi alle necessità di alunni con disabilità. In dettaglio, i dati distribuiti a livello geografico, mostrano delle differenze regionali sulla dotazione scolastica: la Valle d’Aosta e l’Emilia-Romagna sono fra le regioni più virtuose, con l’85% di scuole provviste di postazioni adeguate per gli alunni fragili; la Sardegna, invece, è la meno dotata con "solo" il 64,2% di scuole fornite di postazioni conformi.
Un aspetto da aggiungere riguarda la formazione sulle "tecnologie informatiche ad uso educativo" del personale di sostegno: stando ai dati Istat, in una scuola su dieci, nessun insegnante di sostegno avrebbe al suo attivo un percorso specifico sulle tecnologie didattiche per la disabilità.
Scuola inclusiva e DAD
Il tema dell’inclusività a scuola non si ferma solo agli alunni con disabilità. Esiste un ampio ventaglio di “Bisogni educativi speciali”, il cui peso è cresciuto progressivamente nelle classi. Nel report si legge che, “rispetto all’anno scolastico 2017/2018, la presenza di studenti con Bisogni educativi speciali nella scuola è cresciuta del 29% sugli alunni iscritti.