Il 2014, come tanti altri, è stato un anno pieno di tasse e aumenti per i contribuenti italiani; malgrado i soliti annunci simil liberisti dei governanti, i quali ci dicono ogni anno che si impegneranno ad abbassarle. Per i napoletani e quanti utilizzano la Tangenziale di Napoli, lunga venti chilometri che collega Corso Malta a Pozzuoli, c'è poi una brutta notizia che conclude un anno già complicato: il pedaggio sarà arrotondato a un euro, passando dagli attuali 0,95 centesimi a un euro tondo tondo. Un aumento costante e incontrollato, ma anche ingiustificato: le intenzioni iniziali avevano infatti espresso la volontà dal 2001 di eliminare il pagamento del pedaggio per quel tratto autostradale; un aumento in realtà già insito nell'ultimo aumento, quando si passò da 0,90 a 0,95 centesimi, dal momento in cui tanti che sborsavano un euro nella macchinetta, poi non ritiravano il 5 centesimi.

Vediamone la storia e la rabbia che questo aumento sta suscitando.

Tangenziale Napoli: la storia intrisa di beffe

La Tangenziale di Napoli - denominata ufficialmente A56 - è l'unico asse viario in Europa all'interno di una città a pagamento. Il progetto dell'infrastruttura prende vita il 31 gennaio 1968, quando venne firmata una convenzione tra l'ANAS e Infrasud, del gruppo IRI-Italstat, per la costruzione ed il successivo affidamento della gestione per oltre trent'anni anni del percorso viario. L'intera arteria fu costruita con gli investimenti del Banco di Napoli. Progettata da Spea e realizzata da Italstrade, il costo dell'opera venne stimato in quarantasei miliardi di lire.



Il primo tratto venne inaugurato l'8 luglio 1972 tra la Domitiana e Fuorigrotta.

Per quanto riguarda il pedaggio, questo sarebbe dovuto servire per ripagarne le spese di costruzione. Ma fino al 2001. E invece, il pedaggio è rimasto senza motivazioni ufficiali negli anni successivi, con costanti aumenti. Le Associazioni sono già sul piede di guerra, come da anni a questa parte e pure inutilmente, specie in difesa di quanti la utilizzano quotidianamente.

Del resto gli automobilisti che la percorrono quotidianamente sono ben 270mila, con un introito annuo pari a circa ottanta milioni di euro. Dunque i lavori iniziali sono stati da tempo ripagati, mentre da ormai decenni la strada a pagamento rappresenta ormai una fonte di guadagno.