Il comitato rappresentante i due movimenti di protesta siciliani, il Movimento dei Forconi e Forza d'Urto, hanno ripreso la protesta, bloccando già ieri sera l'autostrada Catania-Palermo nei pressi di Caltanissetta e l'autostrada Catania-Messina al casello di San Gregorio.

Si tratta di blocchi a singhiozzo che per il momento non hanno provocato grossi disagi ai trasporti siciliani ma il leader del Movimento dei Forconi, Mariano Ferro, ha dichiarato in un'intervista che stavolta sarà un braccio di ferro con il governo siciliano e se, nella giornata di oggi, non vedranno nessun segnale legislativo che vada incontro alle loro richieste, sono pronti ad allargare ed intensificare la loro protesta. Quello che chiedono con urgenza i Forconi è il blocco di almeno un anno di tutti i provvedimenti ingiuntivi da parte della società di riscossione Serit Sicilia.

A differenza della protesta dei Forconi, di circa un anno fà, che paralizzò tutta la Sicilia per due settimane, provocando lo svuotamento degli scaffali nei supermercati e la chiusura della quasi totalità dei rifornimenti di carburante, cagionando soprattutto ingenti perdite economiche alla piccola e media impresa dell'isola oltre che a tutto il comparto agricoltura siciliano, stavolta la protesta non è condivisa dalla quasi totalità dei siciliani che temono ulteriori danni che questa protesta potrebbe causare all'economia dell'isola, già messa in ginocchio dalla crisi di questi ultimi anni.

E' vero che dopo soltanto cinque mesi dall'insediamento del governo Crocetta in Sicilia non è possibile tracciare un bilancio definitivo dell'operato della nuova giunta regionale, tuttavia una buona parte di siciliani vede, nel lavoro di questo governo, molti segnali positivi che lasciano ben sperare per un rilancio economico di tutta l'isola in chiave di autonomia regionale. E' nel nome dello Statuto Speciale della Regione Sicilia infatti che questo governo, appoggiato per certi versi e solo su certe scelte anche da una forza nuova come il Movimento Cinque Stelle, sta orientando le proprie scelte legislative. E' di ieri la notizia dell'approvazione definitiva della legge regionale che sancisce l'abolizione delle province in Sicilia e che porterà un risparmio di circa 50 milioni alle casse della regione. Ma non è l'unica iniziativa presa dal governo di Rosario Crocetta.

La sua vicinanza agli abitanti di Niscemi per il NO MUOS, la sua proposta per la regolamentazione della pesca in Sicilia, la sua idea di far applicare lo Statuto Speciale in base al quale le aziende che operano in Sicilia, ma che hanno la loro sede legale in altre regioni, devono pagare le tasse alla regione dove operano le proprie aziende, e non per ultimo, l'approvazione di un reddito di sostegno per tutti quei lavoratori licenziati dalle aziende in difficoltà, sono tutti segnali che portano a sperare in un futuro economico siciliano in ripresa ed è per questo che non si capiscono le ragioni che portano questi piccoli movimenti di protesta a bloccare la ripresa politica ed economica della Sicilia.