La nuova riforma scolastica ha generato tante proteste. Una delle parti più scottanti di quella che è stata definita “buona Scuola” è toccata agli studi di genere, o dall’inglese gender. Il documento dell’Oms ha scatenato un putiferio su Facebook che va oltre ogni pessimistica previsione e ne emerge un dato davvero inquietante: l’Italia è ancora un paese profondamente omofobo e soprattutto ignorante.
Scuola e studi gender: educazione sessuale scambiata per pedofilia
Che anche i bambini abbiano un loro rapporto con la sessualità ce lo ha già spiegato chiaramente Freud, ma anche i greci riconoscevano l’importanza della sfera sessuale nell’adolescente con il rapporto tra erastes ed eromenos. Per carità, i tempi sono cambiati ed oggi non vediamo il sesso con gli occhi e le abitudini dei greci, ma da qui a fomentare una vera e propria crociata contro educatori e pedagoghi ce ne passa. Gli studi gender sono atti a instaurare un rapporto diretto tra i bambini ed il mondo che li circonda, un mondo che negli ultimi decenni è diventato sempre più variegato grazie all’avvento della globalizzazione che ha comportato multiculturalismi ed integrazioni etniche senza precedenti.
La scuola deve quindi mettersi al passo con i tempi, se non si vuole che i fanciulli si ritrovino a dover fronteggiare situazioni nuove, nonché sconosciute al proprio ambiente familiare. Il bullismo è una delle conseguenze di una mancata conoscenza verso il diverso, che in questi ultimi anni si è dispiegato davanti ai nostri sensi. Sono sempre più frequenti episodi di violenza tra ragazzi, oppure suicidi di adolescenti che non si sentono accettati dai coetanei per i propri gusti sessuali.
Purtroppo, la reazione del web è stata vergognosa. I gruppi di genitori hanno lanciato l'allarme, pubblicando video su Facebook nei quali si dice che in queste ore di lezione i bambini vengono, in sintesi, deviati sessualmente o addirittura abusati da pedofili. Molti di questi genitori inorridiscono soltanto al sentir dire argomenti quali “masturbazione infantile”, fenomeno che invece può avvenire spontaneamente in bambini tra i due e tre anni (basta fare una piccola ricerca sul web per chiarirsi le idee).
Fermo restando che nelle ore di lezione gender non si faranno pratiche del genere, gli educatori devono ovviamente essere preparati a casi simili ed affrontarli con il giusto metodo (ecco perché nel modulo era citato tale argomento). C’è addirittura chi sostiene che l’Italia stia facendo da cavia a questo esperimento, ignorando invece che gli studi gender sono presenti in Europa dagli anni '80 ed hanno le loro basi teoretiche negli insegnamenti di Derrida e Foucault.
Ci rimane sconosciuta l’origine di questa fobia genitoriale: temono forse che i loro bambini possano diventare gay o essere vittime di violenze sessuali? Naturalmente, molti di questi gruppi sono animati da fondamentalismi religiosi e ideologie destrorse che purtroppo non sono state ancora estirpate dalla nostra società.
Sfugge a costoro il vero scopo della proposta, ossia l’insegnamento alla tolleranza del diverso, alla capacità di convivenza pacifica senza distinzioni di genere. Sicuramente, sarebbe necessario che un tale corso venisse frequentato anche da questi genitori e ci viene da chiederci secondo quali valori educheranno i propri figli, bambini che rappresenteranno un giorno la nostra società.