La Legge 107/2015, con il "Piano" d'azione straordinario contro la violenza sessuale e di genere tra le altre cose pone come obiettivo anche di garantire formazione per coloro che aspirano a svolgere professioni legate al recupero di persone che esercitano stalking o discriminazione di genere. Questo fa pensare alla discriminazione di genere come una piaga sociale per la quale il legislatore ritiene opportuno istituire centri di recupero.
Quindi, mentre ognuno di noi esprime il proprio parere su educazione sessuale e dibatte su quello che abbiamo definito allarmismo gender scatenando, anche, accese polemiche, passano inosservati 10 Milioni di Euro annui a decorrere dal 2015.
Educazione Gender nella buona scuola
Naturalmente la manifestazione d'impeto collettivo in riferimento alle lezioni gender, si è, principalmente, soffermata sul programma scolastico, di fatto il dubbio resta sull'adeguamento al nuovo insegnamento gender, ed è proprio per questo che i sostenitori delle due posizioni diverse hanno creato confusione. Non si sono differenziati i due percorsi di seguito:
- patto educativo di corresponsabilità
- piano d'azione straordinario contro la violenza sessuale e di genere
Mentre il primo stabilisce i ruoli di: Scuola, docente, alunno; il secondo è un programma che ha l'obiettivo di prevenire i fenomeni di violenza di genere, dove per violenza di genere si prende come modello predominante il femminicidio o la violenza sulle donne o stalking. Sinceramente non mi preoccupa molto questa eventuale introduzione della teoria del gender; ma, piuttosto la linea di confine che definisce l'omofobia, che bisognerebbe associarla esclusivamente per reati perseguibili dalla legge, e non per pregiudizi morali. Difficile prevedere gli effetti e i nuovi scenari nella società alla luce della nuova concezione di didattica avviata con La Buona Scuola. Se oggi molte persone si oppongono alle lezioni gender è possibile che incidano negativamente sull'istituzione matrimoniale e conseguentemente sulla famiglia.