Il fenomeno immigrazione clandestina è in aumento, sono infatti migliaia i migranti fermi in Ungheria che vogliono andare in Germania, immigrati bloccati perché in attesa di un visto speciale che dovrà rilasciare la stessa Germania. Intanto i migranti Siriani, che vogliono sfuggire a guerra e miseria, si trovano a dover scegliere quale via di fuga prendere; per quelli che hanno scelto il mare, ci sono rischi maggiori, hanno perso la vita moltissimi immigrati, invece per i profughi che scelgono di passare attraverso la Turchia, sono alle prese con delle vere e proprie barriere tra il confine Turco-Ungherese.

Alla base di questa situazione c'è l'azione dell'ISIS, che vuole assoggettare il Medio-Oriente al potere dello Stato Islamico, e vuole imporre con forza il rovesciamento di Assad, il quale ha probabilmente deciso le elezioni anticipate. Questo clima bellico-politico in Siria alimenta sempre di più il fenomeno di immigrazione clandestina, per il quale anche Vladimir Putinsi è espresso a favore di Assad, ribadendo che le politiche estere in Medio-Oriente dovrebbero essere incentrate a favorire lo sviluppo sul territorio e non mirate alle imposizioni di proprie regole, se non si entra in quest'ottica il fenomeno di immigrazione clandestina è destinato ad aumentare.

Il premier Russo ha reso noto la propriaposizione sulla questione dei flussi migratori e dell'immigrazione clandestinain generale, ha anche accennato alle cause che determinano tutto questofacendo di fattoriferimento ai gruppi terroristici meglio conosciti come ISIS.

Secondo Vladimir Putin infatti bisognerebbe formare una coalizione internazionale, anche con la partecipazione degli USA, al finecombattere il terrorismo efermareil fenomeno deimigranti in aumentoverso l'Europa. Una posizione quella del Cremlino che non vede gli Stati Uniti come quella forza portante alla guida di operazioni militari anti-terrorismo, ma non esclude una sua collaborazione nel costituire un fronte comune contro quelle forze che intendono rovesciare il potere di Assad, e partecipare alle operazioni militari che, Turchia, Arabia Saudita, Giordania e Russia, starebbero studiando per sanare la situazione feroce che molte popolazioni nel cuore della Siria stanno vivendo.