È giunta finalmente l'ora X per molti docenti precari italiani del Nord e del Sud che hanno finalmente scoperto la destinazione finale per prestare servizio nelle nuove sedi, assegnate dal Miur, come neo docenti immessi in ruolo. Una preannunciata nottata insonne per oltre 16.000 partecipanti al piano assunzionale. Un insolito orario quello di ieri notte per festeggiare la tanto agognata sistemazione lavorativa costruita, gradino dopo gradino, in molti anni di duro lavoro. Questo, in breve, il cammino, come fosse un travaglio, affrontato dai tanti docenti coinvolti in questo terzo girone infernale, insito nella Fase B.
La mail dal Miur - La scoperta è stata annunciata, in molti casi, anche poco prima della mezzanotte. In calce alla lettera di proposta sono stati riportati, alla voce "dati di nomina", quattro semplici informazioni: la sigla della provincia oggetto di proposta, il grado di istruzione scolastica prescelto (primo o secondo grado), la data della decorrenza giuridica e la classe di concorso. Poche parole - un attimo di panico - che subito hanno fatto sobbalzare molti di loro. Gli stessi si sono precipitati per prelevare le tante enciclopedie e i vari atlanti riposti nelle ordinate librerie, sconvolti dalla imprevedibile notizia, per controllare a quale provincia corrispondeva la sigla precedentemente intravista.
Insomma, il Miur ha risparmiato persino sul nome completo della provincia assegnata. Anche gli insegnanti di lettere, in questa concitata situazione, hanno avuto la possibilità di ripassare qualche nozione di geografia, per accorgersi che conveniva aprire quella 'maledetta' e-mail giorno 2 mattina, così da potere riposare tranquillamente.
Le reazioni - Lacrime sono scese dagli occhi già arrossati a causa della tarda ora, fazzoletti hanno cominciano a bagnarsi. Un pianto incontrollato e impossibile da fermare. Stupore e rabbia si contendono la scena. Tutti, compresi gli insegnanti di sostegno, paradossalmente, hanno dovuto chiamare vicino a sé un parente o un amico per farsi sorreggere per la paura di perdere i sensi e cadere per terra.
Tutti lontani da casa - hanno esclamato - nessuno escluso.
Non vuole essere ironia, vuole essere soltanto la cronaca annunciata di una notte di inizio settembre pervasa da rabbia e profondo dolore psicologico per molti insegnanti e formatori della Scuola pubblica italiana. Il dato che fa riflettere di più questi poveri insegnanti cinquantenni e con parecchie stempiature, è la perentorietà della proposta offerta dal Miur insieme alla reiterata mancanza di trasparenza mostrata dal medesimo Ente e dalla Politica scolastica messa in campo dal Governo Renzi. I risultati usciti fuori non hanno, finora, nessuna apparente spiegazione proprio perché, volutamente, secondo gli insegnanti e le innumerevoli sigle sindacali, non sono state annunciati - come era logico fare - le regole e i criteri adottati anzi si è procrastinata la loro pubblicazione. La trasparenza delle procedure ministeriali, purtroppo, è davvero mancata e sta contribuendo a favorire congetture o presunte malversazioni ai loro danni. Rimane solo una verità: questi storici precari finalmente avranno un contratto a tempo indeterminato. Auguri, quindi, a tutti coloro i quali non potevano morire di precarietà.