Alla disperata ricerca di denaro tutti hanno pronta la 'medicina' per il grande risanamentofantasma che ad ogni nuova legislatura, ufficiosamente eletta o immancabilmente tecnica, si riesce a trovare e a mettere in esame sul tavolo dei conflitti parlamentari. Qualcuno insiste sulla linea dellapazienza, qualcuno mette fretta alle risposte del 'sistema' e intanto il debito pubblico continua la sua impennata toccando cifre un tempo inimmaginabili. Si tenta il rilancio dell'edilizia dimenticando che le banche, seppur salvate puntualmente dagli stessi lavoratori, sono stracolme di crediti insoluti dalle aziende finanziate e ora in possesso di decine di case invendute.
Allora via alla "vendita delle auto blu" per fare cassa
nel tentativo di una visione di disponibilità alla rinuncia e l'incerto proposito di risollevare un PIL ormai morto, che a distanza di mesi da questa svendita organizzata all'asta su ebay non si è mai saputo l'incremento portato come non risulta che chi ne beneficiava, adesso vada a piedi. Allora insistiamo nel dare credito all'immagine che inizia a frantumarsi fra girandole di decreti legge e svendiamo pure i beni immobiliari del 'popolo' per crearne degli altri inutili invece di ristrutturare e salvaguardare. Come creare un salvadanaio apparentemente pieno ma perennemente vuoto dove le somme sono un debito pubblico che ormai supera la fatidica soglia dei 2000 miliardi di euro.
Però stiamo bene; siamo quelli che stiamo meglio degli altri stati membri perchè abbiamo il Vaticano e un Papa che ci invidiano tutti, che ci protegge portandoci alla preghiera, facendoci sentire invincibili perché Lui vive in 'casa nostra'.
Alla luce un nuovo sistema economico per il lavoro
Nel mentre nasce il jobs act che con l'approvazione degli ultimi decreti favorisce le aziende che assumendo creano nuovi posti di lavoro a tempo indeterminato con la promessa dei bramati sgravi fiscali.
Il 'ritocco all'articolo 18 dovrebbe nuovamente tutelare i lavoratori in caso di licenziamento; nasce di un nuovo Ispettorato del lavoro che avrà l'obbligo di "coordinare la vigilanza in materia di lavoro"; la cassa integrazione sosterrà in caso di"sospensione o riduzione del lavoro".
Ma il jobs act ha bisogno d'imponenti cifre per la sua completa esaltazione, quindi, chi sta pagando le risorse che creano risorse?
Molte aziende sembra non si fidino e quindi si sono astenute dall'assumere nuovi dipendenti perché non sanno con certezza cosa succederà allo scadere del triennio contributivo dello Stato; non credono a questa crescita economica che vacilla tra cifre incomprensibili del primo o dell'ultimo parlamentare intervistato che si pavoneggia sfilando come una modella in questa ruota apparente di sfrontata beneficenza, e alla fine,martellati da questa ipotetica fine della crisi con percentuali occupazionali che spesso non corrispondono alla realtà come ci fa osservare il sindacalista Landini che continua a negare.
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