Ritorna prepotentemente alla ribalta il tema dell'omofobia. Dopo gli insulti dell'allenatore Maurizio Sarri al tecnico dell'Inter, Roberto Mancini, è finita nel mirino della stampa la tappa torinese del casting tour per la ricerca dei nuovi concorrenti della prossima edizione di 'Ciao Darwin'. Nell'annuncio tra i requisiti richiesti ai partecipanti spiccava il seguente: 'persone contro i diritti delle unioni gay'.
Un requisito che ha fatto infuriare l'assessore alle Pari opportunità della Regione Piemonte, Monica Cerutti, che ha espresso, in modo netto, la sua contrarietà a quest'episodio. Dichiarazioni che hanno fatto innescare un'autentica polemica nei confronti di Paolo Bonolis e della nuova edizione di 'Ciao Darwin', in programmazione in primavera sempre su Canale 5. Polemica che si è ingigantita e che è stata strumentalizzata da alcuni giornalisti che hanno parlato anche di xenofobia, accusando la trasmissione di alimentare odio e discriminazione.
Tanto rumore per nulla
Mentre l'episodio degli insulti al tecnico nero-azzurro è inaccettabile, come dimostrano le scuse che, nel dopo gara, sono state fatte dallo stesso Sarri a Mancini, l'episodio del casting torinese di 'Ciao Darwin' ha un valore completamente diverso.
Il programma di Paolo Bonolis, come nelle sei edizioni precedenti, è basato su una struttura molto semplice: in ogni puntata si sfidano due 'categorie umane' contrapposte (brutti vs belli; nudisti vs costumisti; ecc.), categorie di individui che rappresentano la società in cui viviamo. Dunque, perché non dare voce e sottoporre alla gogna mediatica anche tutti coloro che sono contro i diritti delle unioni gay? Effettivamente, non ci sarebbe niente di male nell'ascoltare le loro 'motivazioni' e lasciare il giudizio al 'pubblico sovrano' e generalista di una rete importante come Canale 5. Anzi, tutte queste sterili polemiche dimostrano una certa ambiguità di fondo con cui alcuni giornalisti affrontano il loro lavoro e strumentalizzano le notizie.
Infatti, l'annuncio non parlava di persone 'xenofobe' come fanno intendere i principali quotidiani nazionali, ma di persone contrarie ai diritti delle coppie gay. Purtroppo, una 'categoria umana' che esiste e sicuramente Bonolis, con il suo irriverente sarcasmo, avrebbe trovato modo di schermire e irridere.