Spieghiamo in breve questo meccanismo noto a molti insegnanti e Dirigenti Scolastici. Ogni anno, durante il Collegio dei Docenti di maggio, a ridosso, quindi, degli scrutini finali i Dirigenti Scolastici di ogni Scuola convocano questo importante organo collegiale per discutere e deliberare una serie di punti all'ordine del giorno, tra cui quello relativo alle regole, alle modalità e ai criteri da adottare per quanto concerne lo svolgimento degli scrutini finali; appuntamento legato alla valutazione degli alunni in ordine al superamento o meno dell’anno scolastico successivo.

Dov'è finita la meritocrazia? Gli insegnanti hanno le mani legate

Durante questo importante incontro collegiale, ognuno dei docenti presenti può proporre i criteri necessari al superamento, da parte dell’alunno, alla classe successiva o alla possibilità di poter svolgere i famosi esami conclusivi del primo ciclo di istruzione (terza media). In questa sede, ogni anno, si assiste – a detta di molti insegnanti – alle proposte più assurde. Molti Collegi riescono a deliberare la promozione di alunni che, durante la disamina delle votazioni disciplinari, riportano, persino, quattro o cinque insufficienze gravi.

Tutto questo a discapito e nel disprezzo più totale degli alunni che hanno studiato costantemente e diligentemente tutto l’anno. Che imbarazzo... quando poi parliamo di meritocrazia. Eppure, tutto ciò si verifica puntualmente. 

L’escamotage è molto semplice: durante lo scrutinio finale quelle cinque insufficienze verranno trasformate automaticamente in cinque sufficienze piene. Tutto questo grazie al cosiddetto voto di consiglio. Un voto unanime che mette d’accordo tutti, almeno sulla carta. Quelle gravi insufficienze verranno appositamente verbalizzate e, successivamente, comunicate alle famiglie attraverso una missiva in cui verranno riportate le materie da recuperare durante l’anno scolastico successivo.

Cosa che puntualmente, purtroppo, non si verifica mai. Una sorta di indulto o prescrizione all'italiana che inizia a sbocciare sin dalle prime classi della scuola media e si conclude con la fatidica licenza media.

Purtroppo, i malcontenti tra i professori ‘buoni’ e quelli ‘cattivi’ sono destinati a permanere. Tutto questo avviene – secondo le nuove tendenze della normativa scolastica - per non compromettere il percorso formativo del discente e per evitare di creare inutili e fastidiosi problemi alle famiglie; forse anche nel nome e per il buon prestigio della Scuola e di chi la dirige. Poi, arricciando il naso e, con qualche sospiro di sollievo, tutto si mette a tacere, solo per il buon senso di molti formatori poco avvezzi alla litigiosità.

Rimane, però, il rammarico per non avere potuto fermare qualche alunno che lo meritava, il quale per tutto l’anno scolastico ha creato disordine e caos nel gruppo classe. Questo avviene nel 2016 nelle scuole italiane. Ma le ragioni vanno ricercate altrove, anche perché l’insegnante oggi è affetto dalla sindrome dei ‘sensi di colpa’. Meglio nota come ‘la colpa è mia’. Molti insegnanti si trovano costretti, loro malgrado, a convivere quotidianamente con questo stato di malessere e, per tale motivo, finiscono per crederci davvero e diventarne malati cronici.

Promozione di massa: uno scandalo? No, solo una consuetudine tutta italiana

In una moderna democrazia l’abuso indiscriminato di questo espediente per promuovere tutti, farebbe gridare allo scandalo ma in Italia le cose vanno così.

Il solo fatto, poi, di averlo deliberato in sede collegiale rende tutto possibile e fattibile e quello che si chiamerebbe schiaffo alla meritocrazia diventa presto opportunità ed opportunismo. Viene da se chiedersi come è facile denigrare e irridere quegli alunni che durante tutto l’anno scolastico hanno studiato costantemente e che adesso assisteranno alla promozione di massa solo perché bocciare non va più una moda e significa, per il Miur, fallire anche dal punto di vista professionale.