Facebook: amico per la pelle

Perché #Facebook è il nostro migliore amico, colui che ci conosce e ci aiuta, ci consiglia e ci tiene compagnia, come?

Vi siete mai chiesti come è possibile che navigando su Facebook o su #google ci troviamo di fronte a contenuti di nostro interesse? Infatti ci vengono proposti in continuazione annunci attinenti al nostro stile di vita, amicizie dimenticate o libri che vorremmo leggere.

Ebbene sì, siamo tutti profilati, identificabili tramite l'utilizzo che noi facciamo attraverso internet. Se, per esempio, abbiamo ricercato su Google "teatri italiani" è molto probabile che ci ritroviamo, poi, su facebook la pubblicità di opere teatrali o link che ci rimandano a questi. La risposta è molto semplice: le piattaforme sociali sono dei venditori e, in quanto tali, cercano di conoscere i nostri gusti per proporci ciò che più ci interessa, ciò che è attinente alla personalità di ciascuno di noi per persuaderci.

Le informazioni private su Whatsapp: stop!

A seguito di un procedimento svolto dai Garanti sulla privacy europei, iniziato ad agosto 2016, Facebook e Whatsapp sono stati costretti ad interrompere lo scambio dei dati degli utenti per assicurare a questi ultimi un'adeguata protezione circa le loro informazioni rilasciate nel mondo internet.

Resta, però, il dubbio di avere una nostra "scheda virtuale", infatti, usando la Tecnologia siamo noi stessi che forniamo dei dati sul nostro comportamento, senza rendercene conto. Tutti questi vengono utilizzati da algoritmi matematici che formano una vera e propria scheda personale, da sfruttare all'occorrenza nelle varie piattaforme che, ripeto, ci propongono ciò che a ognuno di noi sembra interessante.

Come è possibile registrare tutte le nostre attività svolte nel Web? Tramite i "cookies", file di testo dove sono scritte le informazioni circa il sito visitato e il computer utilizzato, così da memorizzare i dati di navigazione. In sé i cookies non sono dannosi, né trasmettono virus, ma il loro utilizzo fa sì che ogni futura ricerca è profilata, cioè adatta a ciascuno di noi.

Basta fare una prova sul motore di ricerca Google: se la stessa identica informazione è cercata da due persone diverse, ognuna vedrà nei propri risultati siti diversi, posizionati anche in maniera diversa. Questo perché l'algoritmo di Google propone per prima le informazioni più adatte a ciascuno.

Un vantaggio? Certo, possiamo considerarlo sotto questo punto di vista, ci aiuta a non perdere tempo e informarci, per esempio, sui posti vicino alla nostra città oppure, come fa amazon che ci propone i libri o film in base al nostro interesse e stile.

Ma dobbiamo riflettere e prendere in considerazione anche la possibilità opposta, quella cioè che rischiamo di non ricevere nessun'altra informazione distante dai nostri gusti, così che, se volessimo cambiare le nostre abitudini, la ricerca risulterà più lunga, perché mai registrata prima.

Internet dovrebbe essere un mondo aperto a qualsiasi soluzione, invece ci ritroviamo chiusi nel nostro mondo virtuale, nella nostra personalità virtuale, registrata, profilata e memorizzata che esclude tutto ciò che, secondo gli algoritmi, non ci piace.