Tutto si può dire, meno che la serata di “Sarà Sanremo” non abbia regalato sorprese. Oltre che per l’ufficialità dei 22 Big in gara, molti dei quali già spoilerati con largo anticipo, la lunga diretta da Villa Ormond è servita per presentare ai nastri di partenza gli 8 partecipanti alla sezione Nuove Proposte.
Sanremo 2017: cos'è un Big?
Togliamoci subito il dente commentando le scelte dei Big, che non hanno convinto tutti. E come avrebbero potuto? La domanda che ci si pone è quale sia il confine tra Giovani e Big. E quindi perché Michele Bravi, scomparso dai radar dopo aver vinto X Factor non lo scorso anno, bensì nel 2014, debba avere accesso diretto tra i grandi, così come Giulia Luzi.
Perché ci sia chi, come Alessio Bernabei, partecipi al terzo Festival consecutivo o ancora perché ci si “accanisca” con Bianca Atzei, che nel 2016 ha fatto parlare di sé per il gossip e non per la musica, dopo la negativa partecipazione della scorsa stagione.
I ripescaggi di Ron (che già fallì nel 2015), Al Bano e Fiorella Mannoia colpiscono e ancora di più vederli al fianco di Elodie e Sergio Sylvestre che probabilmente i due decani neppure conoscono. La speranza è che la qualità dei brani dei metta tutti d’accordo.
La Rua fuori, che abbaglio!
Chi sarà l’erede di Francesco Gabbani, che secondo alcuni con la sua “Occidentali’s Karma” sembra già tra i favoriti per il successo tra i Big? Valeria Farinacci e Braschi si sono assicurati i due biglietti da Area Sanremo, ma per il resto la giuria non è andata per il sottile, regalando più di qualche sorpresa.
I cantanti sono stati divisi in 4 gruppi da 3, con un eliminato a giro, prima di un’ulteriore selezione. Amadeus, Andrea Delogu, Anna Foglietta, Massimo Canino e la guest star Massimo Ranieri si sono trovati di fronte a scelte difficili, costate caro a più di qualcuno che sembrava quasi certo di poter accedere all’Ariston. Come Silvia Aprile, bocciata ancora un passo dal traguardo: la coppia con Mangiaracina con “il Cielo di Napoli” non ha però convinto né sul piano dell’amalgama e neppure da quello strettamente inerente alla canzone, interessante a livello musicale, forse pure troppo, meno su quello testuale.
Una delusione forte, ma mai come quella provata da La Rua e con loro dal pubblico. Uno dei gruppi più interessanti usciti negli ultimi anni da un talent show, dove storicamente le band fanno molta fatica ad emergere, è rimasto clamorosamente a bocca asciutta. La selezione con Chiara Grispo (peraltro a propria volta eliminata) e Lele è stata fatale.
Peccato però che “Tutta la vita questa vita” fosse una delle poche canzoni veramente nuove tra quelle presentate dai giovani e peraltro ottimamente interpretata sul piano stilistico ed emozionale. Un po’ come “Amen” di Gabbani, che è poi andata a vincere nel 2016. Insomma, un abbaglio pesante, che magari non costerà la carriera ai ragazzi, perché il talento prima o poi viene fuori e qualcuno che se ne accorga, leggi case discografiche, si trova, ma che getta un’ombra sulla qualità della giuria e sulle stesse modalità delle selezioni. Va bene trasformare tutta la tv in un talent, ma ormai non se ne può più di trasmissioni in cui ci sono 3 o 4 persone (che in più di qualche caso, come successo lunedì, fanno un altro mestiere) chiamate a sindacare e a prendere decisioni “pesanti”.
Chi vincerà tra i Giovani?
Peccato, perché le altre eliminazioni sono state nel complesso condivisibili, da quelle dei deludenti Shalalalas e Valeria Romitelli a quella di Carola Campagna, l’ex prodigio di “The Voice” che sembra però essersi appiattita su interpretazioni e canzoni troppo banali. A questo punto viene da chiedersi chi sarà il favorito. Chi vincerà la notte del 10 febbraio? A nostro parere due candidati si stagliano sopra gli altri, l’enigmatico, ma talentuoso, Maldestro, e il potente e graffiante Francesco Guasti, due che hanno messo d’accordo proprio tutti. E che tra un anno saranno attesi al piano di sopra.