La violenza gratuita non è mai giustificata. Se poi è rivolta a delle creature indifese e che, si pensa, abbiano stabilito un rapporto di fiducia con un adulto, come può essere una maestra, è ancora più riprovevole. L'edizione Online del Corriere della Sera riporta l'ennesimo caso di violenza sui minori, perpetrato questa volta a Milano e le cui indagini erano iniziate nel 2016.
E' interessante che le autorità sono riuscite ad incastrare la maestra colpevole grazie all'utilizzo delle micro telecamere che hanno ripreso la scena. Si vede la maestra "a cavalcioni" sul bambino che gli urla nelle orecchie ed anche altre violenze che non stiamo a descrivere. In questo caso la segnalazione, come riferisce il Corriere, è partita da un'altra maestra, che si era insospettita. A volte parte, invece, dai genitori che si rivolgono alle autorità o da un legale di parte, che interessa direttamente il giudice competente.
In un altro caso, come riferiva qualche giorno fa l'edizione locale del Messaggero di Roma del 29/03/2017, in un asilo di Fiumicino, una maestra, dietro segnalazione del legale dei genitori di un bambino, era stata messa sotto controllo mediante telecamere, ed ha ammesso: "Li picchiavo per educarli".
La maestra in questione ha circa 63 anni e quindi dovrebbe avere una certa esperienza nel gestire bambini di quella fascia d'età. Quindi la giustificazione addotta lascia ancora più stupiti. Nel caso invece riportato dal Corriere della Sera c'e' stata una collaborazione fra autorità giudiziarie e scolastiche per fare in modo che la maestra oggetto di indagine stesse meno possibile a contatto con i bambini.
Ciò che stupisce nel caso di Milano, è che, purtroppo, la maestra era stata messa sull'avviso di essere sotto controllo dalle conversazioni dei genitori durante una riunione d'istituto, come riferisce il Corriere. E questo, visto il dilagare di questa piaga ultimamente, dovrebbe essere di monito a noi genitori, affinché collaboriamo con gli inquirenti, nel caso ci trovassimo in questa situazione, non facendone oggetto di conversazione.
Infatti, messa sull'avviso, la maestra milanese ha deciso poi di mettersi in malattia. Fortunatamente gli inquirenti avevano già materiale a sufficienza per intervenire. Ma comunque, le indagini sono andate avanti un anno. E forse sarebbero potute essere più celeri se si fosse mantenuto il dovuto riserbo da parte di tutti.
La maestra d'asilo è un lavoro usurante?
Il flusso continuo di notizie circa maestre o maestri che picchiano e maltrattano bambini dai 3 ai 5 anni o anche più piccoli, induce a fare delle riflessioni sul ruolo della maestra d'asilo. Certamente i tempi sono cambiati. Una volta il maestro poteva anche usare la bacchetta e nessuno avrebbe avuto da ridire, anzi. Oggi i vari corsi di laurea cercano di indirizzare gli studenti ad evitare nella maniera più assoluta l'uso dei castighi fisici.
C'è anche da dire che può essere un'impresa tenere a bada una classe di 20 o 25 bambini o anche di più e questo può incidere sulla tenuta psicologica, a lungo andare, del maestro preposto. Di conseguenza sarebbe il caso, dopo una certa età di imporre ai maestri di sottoporsi a dei controlli psico attitudinali, per capire, loro stessi, se sono ancora in grado di reggere lo stress derivante dalla gestione di una classe numerosa.
Potrebbero, ad una certa età, chiedere di essere spostati in ruoli amministrativi, oppure il legislatore potrebbe far rientrare questa professione nei lavori usuranti e quindi anticipare il loro collocamento a riposo. In questo modo, forse, si riuscirebbe a porre un freno a tutta questa violenza gratuita e a salvaguardare anche i bambini, che in tutta questa storia sono la parte debole, non lo dimentichiamo.