Sin dall'epoca medievale, la cultura letteraria occidentale ha raccontato e promosso dinamiche amorose che hanno in seguito profondamente influenzato l'immaginario collettivo moderno. La poesia stilnovista, erede della tradizione cortese, ha difatti tramandato una visione del sentimento basata sulla mancata necessità della presenza fisica costante dell'amato. Anche se "li occhi in prima generan l'amore", come avrebbe detto il poeta Iacopo da Lentini, è l'interiorità dell'amante ad essere il teatro privilegiato di questa connessione inter-soggettiva.

Mutatis mutandis, l'epoca contemporanea ci propone la stessa problematica in campo relazionale. Le piattaforme digitali permettono, difatti, alle persone di conoscere e innamorarsi senza il bisogno di passare attraverso la componente della presenza fisica. I social network, in primis, sono lo sfondo e il mezzo principale attraverso il quale comunichiamo con gli altri e intratteniamo relazioni. In che modo è possibile, però, inquadrare queste nuove tipologie di innamoramento, dove ci si basa semplicemente su conversazioni e relazioni virtuali? Queste ultime hanno la stessa 'dignità' degli amori tradizionali?

Cosa avrebbe fatto Dante

Sarebbe da ingenui pensare che dante Alighieri abbia nutrito per Beatrice un sentimento che andasse oltre l'ispirazione e la strumentazione letteraria.

Quello che probabilmente possiamo trarre da questa comparazione tra il passato e il presente, è il fatto che la nostra società e la nostra cultura sono state in qualche modo profondamente influenzate dalla tradizione letteraria occidentale. Se in qualche modo è possibile interrogare ancora i classici, cercando risposte nuove a problemi antichi, allora sarebbe il caso di chiederci se Dante avrebbe 'amato' Beatrice allo stesso modo nell'epoca del mondo interconnesso.

Di certo, come ognuno di noi, il poeta fiorentino avrebbe avuto un account Facebook, passando incredibili quantità di tempo a spiare i profili delle altre persone. Allo stesso modo, però, avrebbe potuto scrivere un'opera grandiosa, perché l'ispirazione, pur essendo influenzata dal tempo, non ne è schiava e non è relegabile entro precisi confini temporali.

Risulta importante considerare che ogni concetto, compreso quello così sfuggente di Amore, pur mantenendo delle relazioni di continuità tra un'epoca e l'altra, varia inevitabilmente a seconda del contesto di riferimento. L'epoca che stiamo vivendo ci pone nuovi interrogativi rispetto a ciò che noi consideriamo degno di essere chiamato amore e al modo in cui lo viviamo e rappresentiamo. La vera domanda, dunque, non è cosa Dante avrebbe fatto, ma cosa facciamo noi quotidianamente quando valutiamo e giudichiamo i nuovi modi di vivere il rapporto amoroso.

L'amore virtuale è vero amore?

La prima problematica inerente a questo nuovo fenomeno culturale risiede nella comparazione costante con l'innamoramento "tradizionale", ovvero quello che si manifesta tramite una commistione simbiotica tra scambi virtuali e rapporti fisici.

La componente corporea, difatti, sembra irrinunciabile, fondativa delle relazioni 'complete'. Sono in molti a ritenersi scettici rispetto alla possibilità di ritenere soddisfacente e dignitoso l'innamoramento online. Questa concezione implica una precisa impostazione meta-teorica sul sentimento amoroso. Se, difatti, la presenza fisica risulta imprescindibile affinché si possa parlare di amore, qualsiasi altra esperienza risulterebbe posta al di fuori del perimetro concettuale di questo complesso fenomeno. Il mondo interconnesso, l'assenza angosciante di tempo libero e la diffusione di sempre più accattivanti 'piazze virtuali', tuttavia, espone sempre di più gli esseri umani alla possibilità di invaghirsi di qualcuno conosciuto semplicemente tramite l'immagine che i social propongono di lui o, più probabilmente, attraverso il simulacro che questi propone attraverso le precise strutture della rete.

Sarebbe utopico, oltre che cieco, prescindere dall'influenza che il web ha non solo sulle nostre relazioni, ma anche sulla costruzione stessa della nostra identità. Risulta incredibilmente difficile astrarre ciò che siamo da ciò che siamo costantemente costretti a mostrare, in questo mondo dall'ostentata e a tratti perversa 'trasparenza'. Stabilire se esiste una linea di confine tra l'amore virtuale e quello tradizionale ricade ovviamente nel territorio dei giudizi morali soggettivi, ma ciò che forse lo Stilnovo può insinuare dentro di noi è invece il dubbio che considerare un sentimento nato e nutrito dall'assenza fisica di qualcuno come degno di essere vissuto non sia probabilmente così deprecabile come abbiamo sempre pensato.