A ostia sono andati al ballottaggio il movimento 5 stelle, al 30%, e il centrodestra con quasi il 27%. Al terzo posto il PD con meno del 14%. Il vero risultato eclatante lo ha fatto però registrare casapound Italia che si attesta al 9%. I grillini arrivano sì primi ma perdono più di 10 punti percentuali in un municipio che alle ultime elezioni comunali aveva dato alla Raggi circa il 44% al primo turno, diventato poi 76% al ballottaggio. Questa prima parte turbolenta dell’amministrazione Raggi pesa.
Il risultato di Ostia non è di certo da sottovalutare perché, nonostante si parli solo di una fetta di territorio facente parte del comune di Roma, parliamo anche di quello che sarebbe il tredicesimo comune italiano per abitanti se si staccasse dall’amministrazione capitolina
Ma cosa c’è dietro l’exploit di Casapound?
Il voto al movimento della “tartaruga frecciata” si inserisce a pieno nel filone del voto di protesta di cui sono stati grandi rappresentanti i cinque stelle. È proprio il movimento di Beppe Grillo, esploso grazie a questo tipo di voto, ha contribuito fortemente al successo di Casapound a Ostia.
Grillo e tutto il Movimento 5 Stelle hanno rappresentato la ribellione verso la politica tradizionale e continuano a farlo. L’insoddisfazione verso i partiti definiti rappresentanti dell’”establishment” è sfociata in successi ripetuti dei grillini, paladini dichiarati della difesa della democrazia contro i corrotti.
Quello che però è un tratto distintivo della politica è la costante insoddisfazione verso chi ci amministra: che la politica guidi il paese o le amministrazioni locali dei vari livelli con più o meno impegno o con più o meno successo essa va incontro inevitabilmente ad uno scontento popolare che può essere molto diffuso o contenuto ma che comunque c’è.
E proprio da questo punto nasce il ricambio continuo tra i vari partiti e le varie ideologie politiche che si vede al potere e che sta al centro della democrazia.
Da questa riflessione possiamo considerare come il Movimento 5 Stelle abbia avuto un rapido successo sempre crescente quando non governava alcun territorio, assorbendo ogni malcontento diffuso e non centrando su di sé nessuna parte di questo.
Gli elettori che prima rimbalzavano da un partito all’altro alla ricerca di un amministratore migliore e che spesso non riuscivano a trovare soddisfazione in nessuno di questi hanno trovato nei grillini una valvola di sfogo, una sorta di ultima chance di cambiamento.
Come si sa, però, in democrazia governa chi ha più voti (o almeno così dovrebbe essere) e dunque inevitabilmente con la sua crescita il Movimento di Grillo si è trovato ad amministrare diversi enti territoriali spesso non facili come la città di Roma.
Ed è proprio così che la crescita costante dei grillini si ferma (almeno in questi territori) travolta dallo scontento che non risparmia neanche loro: che il giudizio nei loro confronti sia positivo o negativo, come abbiamo detto in precedenza il malcontento è naturale e parte integrante del ricambio democratico.
Ecco che allora entrano in gioco movimenti come Casapound che fino a poco tempo fa erano considerati impresentabili (e secondo molti lo sarebbero ancora) ma che assorbono il malcontento come hanno fatto i 5 Stelle. E se proprio a Roma i cittadini hanno provato a dare una chance ai pentastellati e neanche questi hanno soddisfatto, in pieno o in parte, le aspettative di molti elettori ecco che si aprono due altre possibilità: l’astensionismo (nel municipio di Ostia si è passati da un 56% di affluenza al primo turno delle ultime comunali al 36% di questa tornata) oppure si prova a dare fiducia a un altro movimento nel continuo processo che possiamo chiamare “avanti il prossimo”.
Casapound riuscirà a dimostrarsi degna rappresentante e portavoce dell’insoddisfazione che si respira nell’aria? Questo lo staremo a vedere ma di certo il problema è più grande e non è tanto Casapound in sé, che può essere valutata in modo diverso da chi ha pensieri e idee differenti, quanto la mancanza di un orizzonte finale a questo processo che ho chiamato “avanti il prossimo” e che sta portando a continui sconvolgimenti elettorali dove i vari partiti rimbalzano tra percentuali irrisorie e risultati clamorosi e che sta investendo diversi paesi europei e non solo.