Papa Francesco ha sempre avuto una parola per gli ultimi, per i Poveri di tutto il mondo e in particolare per i migranti. Le sue parole, però, a differenza di come si possa credere, non sono sempre così apprezzate e anzi non poche persone, anche nel mondo cattolico, rimango di stucco. Una delle sue ultime dichiarazioni riguarda il terrorismo islamico e i giovani che seguono questo percorso.

La frase di Papa Francesco

Papa Francesco, secondo le fonti ufficiali vaticane, è uno dei Papi più apprezzati della storia. Il nome che si è dato, Francesco, vuole riprendere proprio le caratteristiche di una chiesa povera e orientata ad aiutare il prossimo, il più debole. Le parole di Bergoglio però non passano inosservate e, specialmente in politica, qualcuno le vede come un'ingerenza della Chiesa: l'anno scorso Salvini ebbe molto da ridire su Papa Francesco, il pontefice si espresse in maniera costante e, a dire del leader della Lega, spropositata sui migranti. Ora però il vescovo di Roma ha parlato di un argomento ancora più delicato, quello del terrorismo islamico, attirando su di se ancora più critiche.

"Che cosa fa un giovane che è senza lavoro? Fa il ribelle, si suicida oppure sale su un aereo e va in un'altra città per arruolarsi nell'Isis o in altri movimenti di guerriglia, così almeno ha senso vivere ed avrà uno stipendio ogni mese", con queste parole Papa Francesco si è rivolto a circa 300 giovani accorsi in Vaticano in occasione del Presinodo. Parole queste che non ci si aspettano, pronunciate dal capo spirituale della più grande religione del mondo, ma piuttosto da un politico come potrebbe essere Di Battista che pensa che con l'Isis bisognerebbe trattare. Per Francesco dunque i terroristi non sarebbero altro che dei poveri che vogliono lavorare e che, mettendo bombe e uccidendo gli infedeli, si garantirebbero un salario.

Il rapporto della Banca Mondiale

Rapportare i terroristi con i poveri potrebbe risultare semplicistico e probabilmente ridicolo. Secondo quanto affermato dal pontefice, i giovani poveri dei paesi musulmani si arruolerebbero all'interno di associazioni terroristiche, non tanto per fede religiosa, ma per uscire dalla povertà. Un documento della Banca Mondiale del 2016, però, conferma esattamente l'opposto: le reclute dei terroristi islamici sono in realtà scolarizzati, il 25% addirittura laureati e la maggior parte di loro aveva un lavoro prima di imbracciare un fucile.