Come era forse prevedebile, i riflettori dei media sembrano finalmente puntati su figure potenti dell'apparato statale (sinora "chiacchierate" blandamente ma mai attaccate in maniera pesante) e non passa ormai giorno che non si abbia modo di leggere di nuovi "scandali", particolarmente odiosi in un momento di crisi come quello che stiamo vivendo.
Non c'è dubbio che i Mastrapasqua (Inps), i Befera (Agenzia delle Entrate) e via dicendo cumulino troppi incarichi e troppi soldi, ma facciamo attenzione a non perdere di vista il vero problema: quello che più è scandaloso è proprio il cumulo di potere, di gran lunga superiore a quello degli stessi rappresentanti eletti (o nominati) dal popolo.
Sulla stessa falsariga dei grandi nomi, nell'ombra operano decine e decine di grand-commis (alti dirigenti dello Stato): anch'essi godono di prebende largamente superiori alla media europea (per non dire degli USA) ed anch'essi sono detentori di poteri che in gran parte non risaltano all'occhio dei cittadini comuni.
Gli stessi membri del Governo sono sottoposti alle loro indicazioni: con la scusa che i ministri ed i sottosegretari passano (mentre loro nessuno li schioda) essi si preoccupano di mantenere saldamente nelle loro mani la conoscenza dello stato effettivo della cosa pubblica, e mettono a disposizione solo quanto ritengono poter "graziosamente" dispensare.
Per non parlare poi, dei tanti conflitti di interesse generati dal ginepraio delle consulenze pubbliche e private, ovvero dei posti occupati nei Cda di aziende fornitrici dello Stato e degli intrecci con un mondo della finanza che, per definizione, non si fà certo scrupoli quando ci sono in ballo guadagni milionari (come ha dimostrato la puntata di Report di domenica scorsa). Il loro motto è: "tanto da qua devono passare.....".
Anche la tanto vituperata Fornero (ricordate, vero?) dichiarò di essere stata vittima di questo stato di cose, per quanto riguarda i numeri degli "esodati": nonostante tutto, fra la sua parola e quella di Mastrapasqua, non so perché ma mi sento più disponibile a credere a lei che, tra l'altro, se avesse avuto a disposizione i dati "veri", non aveva certo interesse ad essere trascinata in una situazione che inevitabilmente si sarebbe venuta a creare.
L'attenzione di quanti oggi hanno la possibilità di cambiare le cose, quindi, deve indirizzarsi anche verso il taglio di questi "nodi gordiani": se è giusto (e lo è) proibire il cumulo di incarichi pubblici (ministro o sottosegretario e sindaco, per esempio....) ancora più giusto deve essere considerato il vietare l'assunzione di incarichi retribuiti (o comunque, ancorché gratuiti, in conflitto palese di interessi con la cosa pubblica) a chi non solo è un dirigente della P.A., ma tra l'altro già gode di uno stipendio di tutto rispetto.