La nomina da parte di Renzidell'economista Boeri alla presidenza dell'INPS ha scatenato una ridda diinterpretazioni. Si passa dall'affermazione di unascientifica tattica di Renzi di "inglobare" le voci dissenzienti sullasua gestione dell'economia (un po', ricorderanno i più anziani, come fece il"mago" Herrera ai tempi della grande Inter, acquistando uncentravanti come Vinicio che non gli serviva ma che, col Vicenza, gli toglievadue-tre punti a stagione), fino ad arrivare all'opposta tesi che vorrebbe il prof.Boeri (di cui sono note le posizioni in materia di riforma pensionistica) paragonatoal "cavallo di Troia" destinato a scardinare, dall'interno, leprevedibili resistenze dei grandi referenti della previdenza pubblica italiana.
Di certo, però, Boeri non dovrebbeseguire le orme dell'uscente commissario Treu, espostosi troppo presto sultema, caro alla sinistra PD, della ricerca di flessibilità nell'accesso alle prestazionipensionistiche (e proprio per questo forse "dimissionato").
Uno dei "cavalli dibattaglia" del neo presidente Inps è la proposta di applicare uncontributo di solidarietà a tutte le Pensioni in essere che, ricalcolate colsistema contributivo puro, dovessero risultare godere di un importo superiore (rispettoai contributi versati) in quanto calcolate col metodo retributivo o misto.
Senza riferirsi all'esistenza diproblematiche di equità fiscale o di dubbia costituzionalità, pure concrete ma lasciatealla competenza delle istituzioni deputate, appare indubbio, sul piano"politico", che certi provvedimenti forse potrebbero essere meglio"digeriti" se inseriti in un contesto plurimo di attività che,mirando all'obiettivo più ampio, ricadessero sulla più estesa possibile plateadi destinatari.
Oggi, a Jobs Act approvato,sembrerebbe francamente poco praticabile un intervento che, limitandosi arecuperare risorse a carico della categoria dei pensionati, non apparisse collegatodirettamente alla risoluzione di problemi palesemente "contigui". Equi entrano in gioco non solo gli esodati, i licenziati ultrasessantenni, ilavoratori precoci con oltre 40 anni di contribuzione (ed i rispettivi nucleifamiliari.....), ma anche la risposta da dare alla procedura di infrazione chel'UE ha aperto a carico dell'Italia per la discriminazione di genere provocatadalla legge Fornero, laddove applica, fra uomini e donne, differenti requisitiper l'accesso alla pensione anticipata.
Collegare "dichiarativamente" il ricavato della"solidarietà" alla risoluzione di tante problematiche"sociali", forse potrebbe influenzare positivamente sia la limitata collettivitàipotetica destinataria del prelievo (se invece di 40.000 euro lordi annui ne incassi38.000 o se invece di 100.000 euro ne incassi 92.000, forse non sei ridotto sullastrico......) sia la stessa Corte Costituzionale.
Ipotizzando, poi, 400.000 nuovipensionati, sarebbe assurdo pensare alla liberazione di almeno 80-100.000 posizioni lavorative attive, daricoprire con nuove assunzioni ?
Contestualmente, lo Statopotrebbe puntare a riqualificare ulteriormente i suoi interventi a sostegno delreddito dei disoccupati, anche in funzione del maggior gettito Irpef ed Iva derivantedai redditi dei nuovi pensionati e dei neoassunti, questi sì (rispetto aifamosi 80 euro ....) tutti certamente destinati ai consumi.
Una corretta, trasparente e lealecomunicazione ed una contestuale coerenza "totale" nei confrontidegli appannaggi della classe politica di ogni estrazione sarebbero, a quelpunto, indispensabili.