La risposta dei sindacati all'apertura di Renzi
L'apertura al dialogo del Premier ha suscitato ben presto la risposta della Camusso, che ha ribadito le intenzioni del Cgil sempre pronte al dialogo, un'affermazione che è stata poi confermata da un tweet: "Anche Renzi ha capito che il confronto serve".
Anche le altre sigle sindacali non hanno tardato ad esprimere le loro opinioni in merito: la Uil ha affermato che se le tutele sia per i lavoratori sia per coloro che ancora un lavoro non lo hanno non saranno rispettate si è pronti alla mobilitazione generale a partire da assemblee sui luoghi di lavoro, pur giudicando importante il confronto che anche il Premier adesso vuole intraprendere, così come positivo è stata giudicata l'apertura al dialogo dalla Cisl che spera in un un risvolto positivo per i contratti che non danno stabilità al lavoratore, confermando l'intenzione di scendere in piazza il 25 ottobre.
Il punto sulla situazione in Aula
In data 30 settembre è stato il Capogruppo Luigi Zanda ha fare il punto della situazione in Senato tenendo in considerazione le proposte di modifica, in tutto sette, che sono state richieste dalla minoranza, annunciando contestualmente che il 7 ottobre inizieranno le votazioni del decreto di legge delega sulla riforma del lavoro.
Attualmente, secondo quanto annunciato da Renzi la differenza sostanziale rispetto a quello che accade oggi è che non è previsto il reintegro sul posto di lavoro unicamente quando la motivazione del licenziamento è avvenuta per cause economiche, anche senza un reale riscontro.
Tra incertezze e nuove prospettive di dialogo, si prospettano settimane calde per Renzi ed il suo Jobs Act.