Ci sono voluti più di due anni, continui rinvii, polemiche e scontri a non finire, ma oggi (19 marzo 2015), nel pieno della bufera per l'inchiesta sulle tangenti che ha travolto il ministro Lupi, la commissione Giustizia di Palazzo Madama ha dato il via libera al ddl anti corruzione che fu presentato dal senatore Pietro Grasso il 15 marzo del 2013 quando ancora non era stato eletto presidente del Senato della Repubblica.
Il testo è già approdato oggi in aula, ma il voto arriverà a fine mesi. Ma l'approdo in aula, soltanto per l'illustrazione "simbolica" del ddl da parte del relatore Nico D'Ascola, serve al Parlamento e al Governo anche per dare un segnale in queste ore burrascose per il coinvolgimento, seppur non da indagato, del ministro della Infrastrutture Maurizio Lupi (che ha già annunciato le dimissioni) nell'inchiesta sulle mazzette e i regali per le "Grandi Opere". Con il ddl anticorruzione "l'inasprimento delle pene - ha detto D'Ascola - è generalizzato perché riguarda anche le pene accessorie. Questo - ha spiegato il relatore - per riequilibrare il sistema sanzionatorio dei confronti dei pubblici ufficiali".
Anti corruzione: ok in commissione Giustizia, il ddl già in aula al Senato
In commissione Giustizia, presieduta dal senatore Francesco Nitto Palma, resta intanto in calendario anche il seguito dell'esame congiunto dei quattro ddl per amnistia e indulto 2015, ma visto l'andazzo non sarà certamente questa la settimana della svolta decisiva, anzi: le ultime inchieste anti corruzione continuano ad accrescere l'impopolarità dei provvedimenti di clemenza generale tra gli italiani. Non a caso si è messa subito una "foglia di fico" con l'anti corruzione impantanato da più di due anni nel tentativo di dare oggi un'immagine più pulita della politica, come ha detto il premier Matteo Renzi: "No uno stato di polizia, sì uno stato di pulizia".
"La prossima settimana - ha dichiarato Donatella Ferranti (Pd), presidente della commissione Giustizia a Montecitorio - sarà cruciale per mettere finalmente i corruttori alle corde. Da un lato - ha spiegato - l'aumento delle pene dei reati più gravi, la diminuente per chi collabora e la reintroduzione del falso in bilancio al Senato e dall'altro - ha sottolineato la parlamentare del Pd - l'allungamento dei tempi di prescrizione alla Camera potranno davvero rappresentare il colpo decisivo nella lotta alla corruzione".
Corruzione, ok al ddl Grasso: pene più severe e il falso in bilancio è di nuovo reato
Per la votazione finale del ddl anti corruzione in aula Senato con molta probabilità si dovrà attendere la fine del mese di marzo, ma non è escluso che i tempi possano ulteriormente slittare.
L'aula di Palazzo Madama, oggi durante l'illustrazione del relatore, era semideserta. I lavori riprenderanno il prossimo 24 aprile, quando in aula a Montecitorio andrà invece all'esame il ddl di riforma della prescrizione. Ma sul disegno di legge che introduce nuove misure contro la corruzione e pene più severe, oltre a reintrodurre tra i reati severamente puniti dal codice penale il falso in bilancio che era stato di fatto depenalizzato dal Governo Berlusconi, ancora la partita non è chiusa. Dopo la discussione generale, gli emendamenti e l'eventuale approvazione del Senato dovrà ancora passare alla Camera. Diversi gruppi parlamentari cominciano già a chiedere modifiche.