Alcuni giorni fa ci siamo occupati del rapporto dell'osservatorio europeo sulle tossicodipendenze, attestante il fatto che l'Italia è - al netto del proibizionismo - uno dei maggiori mercati di droghe illegali. Oggi torniamo sul tema con un approccio mirato alla realtà italiana e, per scattare l'istantanea del nostro paese in fatto di lotta alla droga e ai suoi effetti, può essere utile attingere ai dati sempre aggiornati che fornisce l'Aduc attraverso il suo sito.
Dati che vale la pena analizzare nei giorni e nelle settimane che stanno caratterizzandosi per il lavoro dell'intergruppo parlamentare per la legalizzazione delle droghe leggere; per la recente relazione della Direzione Nazionale Antimafia (che ha chiesto, ignorata, la fine del proibizionismo) e per la proposta - reiterata pochi giorni fa - dei Radicali che spingono per un'amnistia mirata e riferita ai reati di droga, specie con riferimento alle droghe leggere.
La realtà ci dice che migliaia di detenuti sono alle prese col riconteggio delle pene alla luce dell'incostituzionalità (dopo otto anni) della Fini-Giovanardi ma a un anno e mezzo di distanza non sembra che l'approccio sia cambiato.
Almeno quello repressivo: lo scorso anno, riporta Aduc, sono state arrestate 7.913 persone, per un totale di 8.670 giorni di reclusione comminati oltre che fedine penali macchiate e vite verosimilmente stravolte. In totale sono stati sequestrati 535.900 kili di droghe leggere; 34.290 di pesanti oltre a 113.250 dosi di droghe sintetiche e 315.000 piante di cannabis. 23 persone, infine, sono decedute nel 2014 (due quest'anno) per quelle che Aduc indica come "vittime del proibizionismo" con ciò sottintendendo la pericolosità del monopolio criminale di un mercato più che mai fiorente.
E quest'anno? Nonostante l'incostituzionalità della Fini-Giovanardi la stretta repressiva non sembra attenuarsi, in conseguenza di un mercato che non conosce né crisi né tanto meno risente del tintinnio di manette.
In sei mesi, dal 30 dicembre 2014 fino al primo giugno scorso, sono già stati sequestrati 588.900 kili di droghe leggere, ovvero un numero maggiore di tutto l'ammontare sequestrato nell'intero 2014. Imponenti anche i sequestri di altre sostanze: 21.050 kili di droghe pesanti, 11.200 dosi di sintetiche (calo enorme di questa tipologia di sequestri) e 77.500 piantine di cannabis.
Tra cui le 56 di Rita Bernardini per la sua disobbedienza civile (la quarta) sulla marijuana terapeutica. La segretaria radicale, a differenza di 2.058 persone nel 2015 (tra cui molti consumatori con pochi grammi) non è stata arrestata (come pure gli altri "complici" Marco Pannella e Laura Arconti, che come la Bernardini reclamano l'incriminazione) e non ha passato neppure un giorno in carcere.
Il dato dei giorni di cella causati dal proibizionismo ai cittadini arrestati nel 2015 ammontano a 1.159, in linea col dato del 2014.
Numeri che Aduc aggiorna settimana dopo settimana sul suo sito ma le cifre relative allo scorso anno e ai primi sei mesi di quest'anno giustificano la valutazione dell'osservatorio europeo e il moltiplicarsi di voci antiproibizioniste che chiedono, attraverso la legalizzazione, la fine del monopolio criminale. Con esso, la messa sotto controllo di un fenomeno sociale che nessuna legge repressiva sembra poter eliminare. Tanto vale provare a controllarlo, come fatto col gioco, con l'alcool e con altre forme di "droga" pur con le controindicazioni sempre dietro l'angolo ma inevitabili per voltare pagina.