Dopo il grande annuncio del premier Renzi sull'intenzione del governo di tagliare le tasse, in tre anni, di almeno 45 miliardi di Euro (eliminando la tassa sulla prima casa nel 2016, intervenendo su Ires e Irap nel 2017 e facendo modifiche sulle aliquote Irpef e sulle pensioni nel 2018), c'è stato un vero e proprio fuoco di fila delle opposizioni, ma, in mezzo a tanto scetticismo, qualche apertura (almeno da parte di Berlusconi) c'è stata.
Il premier è stato accusato da più parti di fare proprio come Berlusconi, cioè di promettere abbassamenti delle imposte per guadagnare consensi, ma, in effetti, è stato lo stesso Renzi a rispolverare lo slogan del 'patto con gli italiani', e quindi il paragone regge.
Lo scetticismo su questa rivoluzione del Fisco riguarda,ovviamente, le coperture da trovare per rendere possibile l'operazione.
La ricetta di Renzi
Renzi ha detto chiaramente che la riforma del fisco può essere realizzata, prima di tutto, come conseguenza delle riforme strutturali, che, tra l'altro, servirebbero anche a convincere l'Europa ad essere indulgente per quanto riguarda gli sforamenti di bilancio inevitabili in caso di una riduzione fiscale.
Il premier ha detto, senza paura di essere smentito, che,'se le riforme vanno avanti, siamo in condizione di abbassare le tasse di 50 miliardi in cinque anni'.
Intanto, però, per cominciare a raccogliere i primi 3-4 miliardi per l'anno prossimo, il governo ha annunciato che farà una massiccia spending review sui ministeri e sulla pubblica amministrazione.
Una difficile corsa ad ostacoli
La rivoluzione fiscale che sta per avviare il governo potrebbe, a detta di molti esperti, far ripartire l'economia, ma ci sarebbe bisogno, nello stesso tempo, di evitare di aumentare il deficit, di ottenere il via libera dell'Ue e di evitare di indebitare nuovamente i comuni.
Ed è proprio quest'ultimo il nodo cruciale: evitare di indebitare nuovamente i comuni togliendo la Tasi e l'Imu sulle case di lusso.
L'Anci teme che il governo sopperisca al mancato gettito delle tasse suddette aumentando le aliquote Imu su altri immobili, oppure incrementando la già esistente spending review sui comuni.