Terminate le elezioni in Catalogna, il risultato è 72 seggi su 135 per gli indipendentisti delle due coalizioni “Junt pel sì” e “CUP”. Con un 47,8% complessivo, tuttavia, non si è raggiunto il plebiscito, ma i vincitori proclamano l'inizio di un cammino verso l'indipendenza. Ma quali sono le analogie tra forze indipendentiste catalane e italiane?

La Lega Nord

In Italia il partito che più di tutti ha fatto della secessione la propria causa identitaria è senza dubbio la Lega Nord.

Fondatore del movimento fu Umberto Bossi. Il “carroccio”, apertamente di destra, è stato spesso accusato di essere incline al neofascismo e alla xenofobia. Note a tutti erano anche le posizioni contrastanti nei confronti di matrimoni e adozioni gay. L'alleanza con Silvio Berlusconi portò la Lega al governo nel 1994, 2001 e 2008, ma mai si è parlato concretamente di secessione. Attualmente, infatti, sembra dare più peso alla questione immigrazione. Addirittura molti degli ultimi comizi di Matteo Salvini hanno avuto tappe importanti al sud Italia.

Lungo il corso della sua carriera, invece, il “senatùr” Bossi parlava più esplicitamente di separazione tra la “Padania” e il resto d'Italia, non senza polemiche.

È ormai parte emblematica della storia dell'Italia moderna la “questione meridionale”, dovuta a una sostanziale differenza di sviluppo tra il Mezzogiorno e il resto del Paese.

La questione meridionale

Erano gli anni del boom economico italiano del secondo dopoguerra, che videro protagonista la FIAT della famiglia Agnelli. Ex contadini, spesso analfabeti spinti dalla carestia, si spinsero in massa nel settentrione, lasciando le loro terre per lavorare nelle fabbriche. Sono famosi i cartelli che recitavano “non si affitta ai meridionali”. Per esaminare il fenomeno bisogna andare al Risorgimento, e forse ancora prima. Storicamente, infatti, mentre l'Italia unita ha una storia molto giovane (fondata nel 1861) la geografia pre-unitaria vedeva il meridione unito da oltre 600 anni: con Regno di Napoli, prima e Regno Delle Due Sicilie dopo. La spedizione garibaldina, quindi, unì popoli da storia e tradizioni molto variegate tra loro.

"Abbiam fatto l'Europa, facciamo anche l'Italia" cantava Gaber.

ETA e gli anni del terrore

Differenze di storia, cultura e lingue, come quelle che reclamano i catalani, ma non sono gli unici in Spagna: sono vive nella memoria degli spagnoli le immagini di terrore degli attentati della ETA, cellula terroristica che si batteva per l'indipendenza del paese basco. L'Athletic Club, squadra di calcio di Bilbao, in tutta la sua storia, ha avuto soltanto calciatori baschi.

Anche in Galizia, in Andalucia, nelle Canarie e in Aragona ci sono movimenti che sostengono che la Spagna sia realmente un agglomerato di nazioni dalle identità differenti.

"CUP" e "Junt Pel sì" di sinistra

La questione identitaria è un tema al quale gli spagnoli sono abituati.

Uno scenario ben diverso da quello italiano, dove oltre alla Lega Nord, gli altri movimenti secessionistici non hanno mai raggiunto percentuali rilevanti di consenso. Inoltre, differenza sostanziale è che i movimenti indipendentisti catalani provengono dalla sinistra, addirittura nel caso di CUP parliamo di sinistra estrema, nulla a che vedere con il partito di Bossi. A chiarire eventuali dubbi ci ha pensato direttamente nel 2013 l'ANC (Asemblea Nacional Catalana) prendendo le distanze dalla Lega con un comunicato in cui chiarì di “sentirsi al polo opposto di questo partito di estrema destra xenofobo e omofobo”.