Lunedí, 21 Settembre 2015 il pubblico ministero di Torino ha chiesto 8 mesi di carcere per lo scrittore Erri De Luca. L'accusa sarebbe di istigazione al sabotaggio. Lo scrittore napoletano infatti aveva dichiarato in alcune interviste nel 2013 che il progetto TAV andasse letteralmente “sabotato”.

“La TAV va sabotata”, le parole di De Luca

"La TAV va sabotata" disse nel 2013 De Luca, che nel processo ha dichiarato davanti ai giudici :“Il verbo sabotare secondo il vocabolario della lingua italiana ha numerosi significati. Il primo che risulta è quello di danneggiamento materiale.

Gli altri sono intralciare, impedire e ostacolare, ritengo di aver detto che la Tav vada ostacolata, impedita e intralciata e perciò di fatto sabotata[..] del verbo ho e conosco molti significati che considero nobili, giusti e necessari [...]Penso che questo caso riguardi l’articolo 21 della Costituzione, quello dedicato alla libertà di manifestazione del pensiero: resta in vigore o viene sospesa? Lo sapremo dopo la sentenza”

In questi mesi Francois Hollande o altri scrittori come Salman Rushdie e Paul Auster hanno firmato l'appello “Libertè pour Erri De Luca” in sostegno dello scrittore. Tanti gli attestati di stima che sono arrivati anche dai lettori e dagli editori. Il mondo del web si è mobilitato con l'hashtag #iostoconerri, ma quello che è venuto a mancare, secondo lo stesso scrittore, è stato un appoggio concreto da parte degli scrittori italiani.

"Nel mondo intellettuale, il comportamento delle celebrità è stato prudente, hanno tutti famiglia" ha dichiarato.

La celebre frase di Voltaire, padre dell'illuminismo, “Non condivido la tua idea, ma darei la vita perché tu la possa esprimere” riecheggia nella mente di chi vede in questa vicenda un chiaro affronto alla libertà di pensiero: il punto non è se la causa di De Luca fosse giusta o meno, ma se sia giusto condannare uno scrittore per aver pronunciato la sua opinione.

8 mesi chiesti dal pm di Torino

Arrivata la richiesta di 8 mesi di reclusione, queste sono state le dichiarazioni che l'autore de “La parola contraria“ ha rilasciato a “La Repubblica”: “Mi sarei aspettato il massimo della pena, invece sono stupito della differenza tra gli argomenti prodotti dall’accusa e un’entità tanto esigua della richiesta.

Non sono un martire, non sono vittima, non uno cui è caduta una tegola in testa passeggiando, sono solo testimone di una volontà di censura della parola“.

De Luca, prima del processo di questo lunedì, disse di non avere intenzione di fare ricorso all'eventuale pena. La questione principale, comunque, resta che in questo processo, insieme ad un essere umano, ciò che viene messo in discussione è la libertà. Uso celebre della parola “sabotaggio” fu quello che, ad esempio fece Gandhi nei suoi scritti sulla “disobbedienza civile”, fulcro del suo movimento di lotta non violenta, con la quale è riuscito a scrivere pagine prestigiose nella storia del progresso intellettuale dell'umanità.Non violento, come il movimento No-Tav, secondo De Luca: “In nessuna della manifestazioni a cui ho partecipato sono stati commessi atti di violenza e questa è la ragione per cui ho ribadito la mia adesione a questa comunità”.

Roberto Saviano, intervenuto recentemente sulla questione, ha dichiarato “Questo processo è vergognoso e inquisitoriale. Non condivido molte cose di De Luca, ma la mia vicinanza a lui, corpo e mente, è totale. Questo processo è una barbarie”