Si è parlato anche di immigrazione, non prevalentemente ma se ne è parlato, nell'ultimo dibattito televisivo tra i democratici, prima della fine dell'anno per trovare il candidato democratico alla Casa Bianca. Il tutto è iniziato come una sorta di fair play perchè l'avversario di Hillary Clinton, Sanders ha chiesto scusa per il comportamento del suo staff che si era introdotto nella banca dati della campagna elettorale della Clinton.
Hillary ha accettato le scuse e quindi grande concordia tra i due che si sono subito potuti proiettare sul loro avversario comune Donald Trump.
"Donald Trump si è dimostrato il migliore reclutatore dell'isis finora" così attacca Hillary Clinton il principale avversario repubblicano, come lei potenziale candidato alla Casa Bianca, e lo fa durante il dibattito televisivo spiegando che ormai Daesh (gruppo terroristico islamista attivo in Siria e Iraq o ISIS) usa i video delle dichiarazioni oltraggiose di Trump per reclutare militanti jihadisti. "Le sue parole rivolte ai musulmani" aggiunge "sono un grave errore perché questa non è una lotta contro una religione ma contro l'islam radicale".
Dichiarazioni su cui concordano anche gli altri due aspiranti alla presidenza degli Stati Uniti del partito democratico rimasti in corsa, il senatore del Vermont Bernard Bernie Sanders e l'ex governatore del Maryland Martin O'Malley. L'affondo della Clinton mira a squalificare senza appello l'avversario diretto, quel Donald Trump sempre a caccia di clamore con affermazioni a forte impatto mediatico.
Le intenzioni future nel dibattito televisivo e le scuse di Sanders
Il dibattito è stato incentrato su sicurezza e politica estera, però inizia col caso del momento: la violazione dei dati della campagna di Hillary da parte dei funzionari del concorrente Sanders, effervescente 74enne unico congressista a definirsi in modo esplicito socialista di fronte alle telecamere, chiede scusa: "Questo non è il genere di campagna che stiamo conducendo e se scoprirò qualche altra persona coinvolta in questa violazione la licenzierò".
La Clinton lo perdona e archivia la pratica.
Divisi su cosa fare in Siria per combattere l'isis, i 3 candidati democratici sono uniti nell'obbiettivo di sconfiggere gli uomini di Abu Bakr al-Baghdadi (terrorista e capo del cosiddetto Stato Islamico dell'Iraq e del Levante), dove per l'ex first lady, ora più che mai determinata a passare alla storia come la prima presidente donna degli Stati Uniti, una certezza: a parte le forze speciali già impegnate per lanciare raid contro obiettivi specifici, "non saranno mandate truppe di terra americane a fronteggiare il califfato".
La tesi di Hillary Clinton sul medio-oriente ed il progetto sull'aspetto economico del paese
Sia in Libia che in Siria, aggiunge anche di seguire gli spiragli di soluzione politica aperti dai recenti accordi raggiunti in sede ONU ed anche per far cadere Assad con l'aiuto della coalizione dei paesi arabi.
Sul fronte economico, l'ex segretaria di Stato promette: "più tasse sui ricchi e sulle grandi aziende ma zero aumenti sulla classe media". "Che la forza sia con voi" termina ironica citando il motto del film Star Wars tornato a spopolare nei cinema.