Il Premier Matteo Renzi ha scelto la trasmissione condotta da Massimo Giletti, "L'Arena", per tracciare un bilancio del 2015 sulla condizione in cui versa l'Italia. Un programma che vanta una platea sopra i 4 milioni di telespettatori e viaggia a medie di oltre 22 punti percentuali di share, scelta non a caso come luogo televisivo dove raggiungere idealmente le case degli italiani. Numerosi gli argomenti affrontati, che riguardano i diversi versanti della vita politica, economica e culturale del paese. Dall'intervista è possibile tracciare dieci punti in cui riassumere la visione del Premier, che continua ad essere incoraggiante e volta a scuotere il Paese nonostante le difficoltà.

Il decimo punto, il meno importante per il Paese secondo noi in base agli argomenti affrontati nell'intervista, è quello del rapporto con l'opposizione e segnatamente il M5S. Non poteva mancare la stilettata dopo il tentativo di sfiduciare il Ministro Maria Elena Boschi sul caso banche e dati gli ultimi sondaggi, anche se il Premier ha attaccato sulla legge di stabilità: "quando è stata approvata, i Cinque Stelle non erano in aula, sono più bravi ad opporsi davanti alle telecamere.

Trasporti, politica estera e banche

Il nono punto di bilancio riguarda i trasporti e le infrastrutture, e l'opera simbolo scelta dal Premier è la variante che collegherà Bologna e Firenze, che verrà inaugurata mercoledì 23 dicembre: "allora esistete davvero!", ha dichiarato sarcasticamente Renzi.

Ottavo punto è legato invece ai beni culturali, altro asset strategico del Paese, che può far decollare il turismo: "in settimana inauguriamo sei nuove domus a Pompei, che adesso fa parlare di sè per i restauri e non più per i crolli", le parole del Premier.

Il settimo punto è molto delicato, e riguarda la politica estera. Renzi sta ricevendo molti complimenti per non essersi schierato in modo spregiudicato per i bombardamenti contro l'Isis, e in settimana volerà in Libano per salutare e sostenere le truppe italiane in missione.

Il sesto punto è invece legato al conflitto di interessi, che secondo il Premier nel momento in cui si manda via il cda di Banca Etruria e quindi anche il papà della Boschi, vuol dire che è cessato: "Questo Governo non guarda in faccia a nessuno", l'avvertimento. Quinto punto sempre dedicato alle banche, a quelle più piccole e del sistema cooperativo.

"Ci sono troppe poltrone e il sistema va rafforzato, spingeremo in questa direzione" è la promessa.

Tasse, volontariato e futuro

Il quarto punto di bilancio è tutto per il mondo del volontariato: "Nella legge di stabilità tanti soldi andranno a scuole, associazioni, Coni, cultura: l'Italia è anche questa". Terzo punto sulle tasse: "la legge di stabilità le riduce, e alcune tasse odiose ora non ci sono più". Il secondo punto è rivolto al futuro: per il 2016 il Premier ha promesso un incremento dell'1,5% del Pil, precisando che ciò avverrà solo se gli italiani in primis ci crederanno davvero. Il primopunto del bilancio 2015 per l'Italia è invece racchiuso nel numero più importante: il +0,8% del Pil di quest'anno: "Un passettino in avanti rispetto ai segni meno del 2012, 2013 e 2014, e nel 2016 faremo ancora meglio. Ad ogni modo non sono ancora soddisfatto".