Non si placano le polemiche dopo le dimissioni del Ministro Federica Guidi, a capo del ministero dello sviluppo economico, ma costretta a lasciare il proprio posto di governo dopo le intercettazioni con il compagno Gianluca Gemelli.
Tutto è nato da un'inchiesta della procura di Potenza sulla gestione di rifiuti nel centro Eni, indagine che ha un filone parallelo sull'impianto di Tempa Rossa in Val d'Agri. Al telefono la Guidi garantiva al fidanzato l'inserimento nella legge di stabilità di un emendamento che andasse a tutelare i suoi interessi. Nella conversazione viene tirata in ballo anche il Ministro Boschi: ”Anche Maria Elena è d'accordo”. Ennemisa bufera sull'attuale Ministro per le riforme costituzionali, già nell'occhio del ciclone dopo il crac di Banca Etruria e le polemiche sul ruolo del padre, già vicepresidente dell'istituto di credito.
Le richieste di dimissioni della Boschi
“La Boschi è un conflitto di interessi vivente, rispetti gli italiani e si dimetta. Chiediamoglielo con un messaggio su twitter con #Boschidimettiti” lo si può leggere sul blog di Beppe Grillo. Nel blog viene riportato anche il duro attacco in Senato di Andrea Cioffi, un intervento datato 18 dicembre 2014, dove il senatore criticava aspramente il governo e la legge di stabilità, in cui sarebbero stati inseriti degli emendamenti “regalo” per la total.
Stessa reazione per Giorgia Meloni, che sul proprio profilo twitter scrive: ” prendiamo atto delle dimissioni del ministro Guidi.
Un gesto che dovrebbe servire da esempio a qualche altro esponente del governo”.
Le reazioni del Pd
Per ora il Ministro non si tocca, anzi il Partito Democratico è pronto a querelare Beppe Grillo. “Il pd agirà in sede legale penale e civile contro Beppe Grillo per le sue dichiarazioni” ha dichiarato il tesoriere del partito, Francesco Bonifazi. Mentre la vice segretaria dei democratici Debora Serracchiani su twitter difende l'onestà del partito e dei suoi iscritti. Riuscirà Matteo Renzi a difendere la Boschi dagli attacchi? Intanto, per Dagospia la prossima a doversi dimettere sarebbe proprio il Ministro per le riforme costituzionali.