Giorgio Napolitano, parlando alla "Scuola di Politiche" diretta dall'ex premier Enrico Letta, attacca duramente la Lega Nord, definendola "la principale espressione in Italia di xenofobia e anti europeismo", ed i dirigenti del carroccio rispondono annunciando una querela nei confronti dell'ex Presidente della Repubblica.

Le accuse di Napolitano alla Lega

Secondo il presidente emerito "Come in Austria o in Francia ci sono movimenti di destra nati su tematiche tradizionali di destra e ora caratterizzati da politiche anti-europee, nel nostro paese abbiamo la Lega Nord, che rappresenta la principale espressione di politiche xenofobe, nazionaliste e anti europeiste".

Napolitano ha inoltre auspicato una maggiore integrazione dei paesi, che deve passare "dall'europeizzazione della politica e dei partiti".

La secca replica dei leghisti

Non si è fatta attendere la replica del leader leghista Matteo Salvini, che ha auspicato che "Napolitano sia ricoverato", in quanto "non sa più quello che dice". I capogruppo leghisti Centinaio e Fedriga invece, non digeriscono di essere etichettati come xenofobi: "la xenofobia è la paura del diverso", commentano, "noi non temiamo nessuno, ma vogliamo difendere i cittadini, per questo respingiamo al mittente le infamanti accuse".

Per questo motivo, hanno annunciato di avere conferito agli avvocati del movimento l'incarico di adire alle vie legali nei confronti di Napolitano, preannunciando che devolveranno l'eventuale risarcimento che riusciranno ad ottenere ad associazioni che si occupano di anziani bisognosi. Una scelta, quella di devolvere l'eventuale ricavato ad enti che si occupano della terza età, che sembra ricollegarsi alle esternazioni di Salvini.

Il Partito democratico interviene in difesa di Napolitano

Dal Pd c'è stata un'immediata levata di scudi in favore di Napolitano, con Gero Grassi, vicepresidente del gruppo PD, che ha rilanciato le accuse rivolte alla Lega dall'ex presidente: "Voi siete xenofobi. E' quello che sosteniamo tutti, quello che dicono milioni di cittadini. Denunciateci tutti".