Ha vinto Donald Trump. Le reazioni della politica del mondo intero oscillano tra la soddisfazione e la preoccupazione. A favore o contro, questa mattina tutti si sono svegliati apprendendo la notizia con stupore. In pochi avrebbero scommesso che il magnate americano sarebbe stato il 45esimo presidente degli Usa.

La prima ad esultare in Europa è stata Marine Le Pen. La leader del Front National applaude “la scelta del popolo americano libero”.

Esultanza anche dal primo ministro ungherese Viktor Orban e Nigel Farage, numero uno del partito antieuropeista e populista britannico Ukip: "Sembra che il 2016 stia per essere l'anno di due grandi rivoluzioni politiche" ha commentato, aggiungendo che il successo di Trump sarebbe "più grande di quello della Brexit". Di tutt’altro avviso la cancelliera tedesca Merkel e il premier francese Hollande, che si congratulano in maniera fredda. Addirittura la ministra della Difesa tedesca Ursula von der Leyen, parla di "forte shock". "Penso che Trump sappia che questo non è stato un voto per lui, ma contro Washington, contro l'establishment" dichiara.

Le reazioni dei politici italiani

Anche i nostri politici si sono schierati in due fazioni: dopo il saluto glaciale di Renzi “buon lavoro, collaboreremo anche con lui”, ad accogliere con felicità il risultato delle elezioni americane è il leader della Lega Salvini secondo il quale questa giornata storica rappresenta la rivincita di un popolo. Ai microfoni di Radio Padania ha detto che è giunto il momento di osare, ora che è stato eletto Trump dopo la Brexit. Entusiasmo dalla destra viene anche da Brunetta: «Hanno perso la Clinton, Obama, i poteri forti, la finanza speculativa, i giornaloni, le catene televisive, e tutti gli avvelenatori di pozzi della democrazia. Guarda caso lo stesso schieramento di poteri forti e marci che in Italia sostiene Renzi e la sua schiforma costituzionale».

C’è invece chi ha cambiato idea in corsa, come Beppe Grillo. Per il leader del M5S che all’inizio non gradiva né il candidato repubblicano né la democratica Clinton, adesso invece saluta la vittoria con entusiasmo. Secondo Grillo la vittoria di Trump è la rottura del sistema, proprio quello che rappresenta il suo movimento.

Di tutt’altra reazione la sinistra italiana. Tra i primi a commentare, l’ex premier Enrico Letta «la più grande rottura politica da caduta Muro di Berlino». Nel Pd c’è chi si spinge oltre, come la deputata del Partito Democratico Ileana Argentin, che questa mattina ai microfoni di Radio Cusano Campus, avrebbe paragonato la vittoria di Trump alla tragedia del terremoto. "Questa elezione è una tragedia, non potevamo avere una notizia più brutta.

Incredibile, una disgrazia dopo l'altra. Per me l'elezione di Trump è peggio del terremoto francamente".

L'ironia nostrana sui social

Sui social spopolano le parodie e l’ironia su Donald Trump, a partire dalle somiglianze fisiche e di “indole” con i nostri politici. Un esempio è la vignetta che circola su Twitter e Facebook in cui Donald Trump altro non è che Silvio Berlusconi con una parrucca gialla.

Dalla Statua della Libertà a volto coperto perché sta piangendo, a Ritorno al Futuro che vede Trump come Biff Tannen, il cattivo, il bullo, con la chioma biondastra che maltratta il padre di Marty Mc Fly.

Qualcuno ironizza sull’inesperienza politica del nuovo presidente Usa, qualcun altro sul lavoro facile che d’ora in poi avrà l’Isis.