In una tranquilla – si fa per dire – domenica di campagna elettorale referendaria, irrompe Umberto Bossi con il suo attacco diretto a Matteo Salvini. Le parole sono chiare: “La base non lo vuole più come segretario, non vuole più uno che ogni giorno parla di un partito nazionale”. Per Bossi la festa per i 30 anni della prima sede della Lega Nord a Varese in piazza del Podestà è l’occasione per augurarsi un ritorno alle origini, perché “ai nostri militanti, soprattutto in Lombardia e in Veneto, non frega niente dell'Italia".

Bisognerebbe quindi riprendere le vecchie battaglie, prima tra tutte l'indipendenza della Padania, come scritto nel primo articolo dello Statuto del partito, e lasciar perdere i sogni di leadership del centrodestra.

Il mandato di Salvini in scadenza

Bossi ricorda che il prossimo 16 dicembre scade il mandato da segretario di Salvini e si auspica la convocazione di un congresso che incoroni un nuovo leader che si attenga di più allo Statuto del partito. “Non serve avere i sondaggi dalla propria parte, se non si hanno poi i voti – prosegue Bossi – Salvini non ha un programma, né l’esperienza per governare il centrodestra”.

A differenza del vecchio alleato Silvio Berlusconi, che Bossi non fa mistero di apprezzare e che sarebbe disposto a ricucire l’alleanza con il Carroccio. Per il senatur questa è la strada maestra da seguire nei prossimi mesi, per evitare sonore sconfitte elettorali, come alle ultime comunali di Milano.

La risposta di Salvini

Non si è fatta attendere la replica di Salvini, impegnato nella campagna elettorale per il referendum costituzionale: "In questi giorni i nostri militanti si stanno adoperando per far vincere il No, in modo da fermare una riforma che centralizza tutto e cancella libertà e democrazia – spiega il segretario – di certo non sono interessati alle beghe di partito". Mentre, per quanto riguarda il centrodestra, se ne tornerà a discutere a partire dal 5 dicembre; di sicuro “i prossimi leader saranno scelti dai cittadini, non a tavolino, nei salotti, o nelle cantine”.

Salvini si dice pronto a girare tutta l'Italia con le idee e le proposte del suo partito in vista delle elezioni e si impegna ad ascoltare e coinvolgere le altre forze del centrodestra, senza però inciuci o aperture verso chi è “venuto a patti con Renzi” come Alfano, Verdini e Cicchitto.