L'ombra del rinvio del referendum sulla riforma costituzionale incombe sulla politica italiana. Il dubbio sollevato da Angelino Alfano ha portato alla reazione di quasi tutti i partiti politici attraverso le parole dei loro rappresentanti. Se il ministro dell'Interno ritiene utile una valutazione in seguito ad un eventuale proposta, Matteo Renzi si è detto subito contrario ad un rinvio della data di voto.
Così come lui anche il Movimento 5 Stelle e Forza Italia hanno manifestato il loro parere contrario.
Cosa farà Renzi? - Manca un mese al voto del referendum sulla riforma costituzionale e nel nostro Paese regna la confusione. I partiti sono tutti schierati, resta l'incognita del parere degli italiani. Il dubbio che affligge i politici è: cosa farà Matteo Renzi in caso di vittoria del no? Si dimetterà così come ha annunciato in passato rinunciando alla sua carica di presidente del Consiglio? Il tema della modifica della Costituzione trova un forte oppositore in Beppe Grillo e nel Movimento 5 Stelle, da sempre contrario alla proposta del premier e del ministro Maria Elena Boschi.
Le dichiarazioni di Grillo - In queste ore si è parlato anche di un possibile confronto televisivo tra Matteo Renzi e Beppe Grillo sul tema del referendum.
Il leader del Movimento 5 Stelle si è detto contrario e ha espresso il proprio parere in merito. "Se mi vuoi mi trovi in piazza, tra la gente, per rispetto del mio habitat naturale. Facciamo così Vuoi confrontarti in Tv? Abbiamo un vicepresidente della Camera bello giovane, pronto a sopportarti. Io non ti lascio lì a dire panzane senza darti un taglio secco, lo sai bene, lo ho già fatto nello streaming" ha scritto Beppe Grillo.
Il no di Grillo - Beppe Grillo afferma che il suo habitat naturale è tra le gente, nelle piazze italiane, non in tv. L'ex comico ha lanciato questa provocazione anche attraverso il social network twitter. Grillo ha scacciato l'ipotesi di un confronto tv con il premier, senza alcuna possibilità di replica. Il referendum continua a far discutere la nostra politica. A un mese dal voto, le polemiche non accennano a placarsi.