Il giorno del referendum è arrivato, gli italiani si sono recati alle urne (con un'affluenza inattesa che si è attestata quasi al 69%) e hanno votato. Ha vinto il no con il 59% circa delle preferenze. La scelta del popolo italiano era chiara già fin dai primi exit poll. Vince la fazione del no, dunque, nessuna modifica verrà apportata alla Costituzione italiana. Il premier Matteo Renzi ha indetto una conferenza stampa dopo il voto per alcune riflessioni, pensieri e per annunciare che rassegnerà le dimissioni.
La vittoria del no al referendum e le dimissioni
Lo aveva già preannunciato qualche mese fa Matteo Renzi che, in caso di vittoria del no, avrebbe lasciato la carica di presidente del Consiglio. Così è stato, la campagna in favore del si, portata avanti insieme al ministro per le Riforme Costituzionali e i Rapporti con il Parlamento Maria Elena Boschi non ha avuto esito positivo. Tutto resta com'è ad eccezione delle dimissioni del premier Matteo Renzi. Il discorso di Matteo Renzi è stato un discorso commosso, ma al tempo stesso fiero di quanto eseguito nei mille giorni del suo governo. Matteo Renzi ha ammesso la propria sconfitta, conapevole di non aver saputo convincere gli italiani, e ha deciso di rassegnare le sue dimissioni al presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
Quando manca ancora l'ufficialità, è già iniziato il toto-premier per il sostituto dell'ex sindaco di Firenze. Tanti i nomi e le ipotesi, ma nulla di concreto fino a questo momento.
I nomi del toto-premier
Aria di cambiamenti nella politica italiana. Adesso toccherà a Sergio Mattarella nominare il prossimo premier, che resterà in carica almeno fino alle prossime elezioni.
Tre i nomi più papabili di queste ore troviamo: Pier Carlo Padoan, Piero Grasso e Graziano Delrio. Tra questi sembrerebbe che Padoan, Ministro dell’economia e delle finanze, sia il favorito. Il nodo da risolvere prima delle prossime elezioni sarà però la legge elettorale. L'Italicum, criticato da molti, sembra avere vita breve.