L’uccisione del tunisino Anis Amri, presunto autore della strage di Berlino, da parte di due agenti della Polizia di Sesto San Giovanni, vicino Milano, sta scatenando reazioni contrastanti nel mondo politico italiano. Il primo a comparire di fronte alle telecamere, senza nascondere una certa soddisfazione, è stato il neo ministro degli Interni Marco Minniti. Nel video che potete vedere qui sotto, il titolare del Viminale non ha usato mezzi termini per “ringraziare tutto il dispositivo di sicurezza del nostro paese”.

Parole che potrebbero far pensare ad una operazione di polizia preparata e non casuale. La sparatoria che ha visto cadere Amri sotto il fuoco degli intrepidi agenti (dei quali uno ferito alla spalla) è stata, invece, conseguenza di un incontro fortuito durante un normale controllo. Su questo punto e, più in generale, sullo stato della sicurezza e dell’immigrazione in Italia ha scritto un post sul suo blog Beppe Grillo che, tra le altre cose, propone la sospensione del Trattato di Schengen e il rimpatrio immediato degli irregolari.

Grillo definisce eroi i poliziotti ma attacca il sistema colabrodo dell’immigrazione

Dopo aver ascoltato la retorica di Minniti sull’Italia che “deve essere orgogliosa”, Il leader del M5S pubblica un post nel quale, per prima cosa, ringrazia personalmente Cristian Movio e Luca Scatà, i due agenti di polizia che “stanotte hanno rischiato la loro vita durante un banale controllo di documenti” e che Grillo definisce “due eroi che hanno rischiato di diventare due nuovi santi laici”. Il politico genovese considera “folle” il fatto che due agenti ordinari possano trovarsi di fronte ad un terrorista e attribuisce senza dubbio la colpa di questa situazione alla “situazione migratoria ormai fuori controllo”.

Grillo snocciola alcuni dati. Nel 2015 sono sbarcati in Italia più di 150mila migranti. Ad alcune decine di migliaia di queste persone è stato negato il diritto di asilo, ma poi di loro non si è saputo più niente. Tutto questo perché “l’Italia e l’Europa sono un colabrodo”. Il guru M5S ricorda proprio il caso di Anis Amri, beneficiario, insieme ad altri 26mila clandestini, di una sanatoria concessa dal governo Berlusconi nel 2011. Finito in carcere per quattro anni (dove si sarebbe radicalizzato) e poi, nel 2015, espulso in Tunisia, suo paese che però non lo ha riconosciuto, con il risultato di lasciarlo in Italia per qualche altro mese, prima di essere accolto come profugo in Germania. Qui la polizia era al corrente della sua pericolosità, ma non lo ha fermato e non è nemmeno riuscita ad intercettarlo durante la precipitosa fuga verso il nostro paese.

Una storia simbolo di un’Italia (e di un’Europa) che sta diventando un “viavai di terroristi”. Per questo Beppe Grillo propone la sua ricetta in quattro punti per cambiare le cose: rimpatrio immediato di tutti gli irregolari, sospensione del Trattato di Schengen in caso di attentato in Europa, creazione di una banca dati europea sui sospetti terroristi e revisione del Regolamento di Dublino.