Valeria fedeli, titolare del ministero dell’ Istruzione nostrano, è passata pochi giorni fa al contrattacco. Da oltre una settimana ormai monta la polemica scatenata da Mario Adinolfi sulla dicitura “diploma di Laurea” che si ritrova nel suo curriculum vitae, seguita poi da un nuovo affondo dello stesso Adinolfi sul fatto che la Ministra non conseguì mai il diploma di maturità ma solo la qualifica triennale di Istituto Magistrale per l’insegnamento nella scuola prima.

Dopo diversi giorni passati a difendersi in sordina, la Ministra ha deciso di mettere in campo la sua risolutezza, bollando ancora una volta come “svista” la dicitura diploma di Laurea e affermando di essere una persona seria, che se avesse voluto mentire avrebbe direttamente apposto la dicitura Laurea nel suo CV e non diploma di Laurea. La Fedeli si dice ferita dagli attacchi personali, e visto il suo passato da sindacalista si sente pienamente in grado di guidare il ministero dell’ Istruzione anche senza laurea.

La festa di Laurea.

Il popolo del web naturalmente non ha fatto passare in sordina la questione e ha messo in moto la sua micidiale macchina di sdegno e ironia.

Alcuni militanti di azione universitaria infatti hanno lanciato un evento con cui festeggiare (in maniera burlesca) la laurea contumace della ministra. All’evento creato sul noto social network Facebook hanno aderito 25000 persone e in 32000 si son detti interessati. Normalmente questi eventi non si verificano, rimangono solo teorici, ma gli universitari dell’ associazione hanno realmente fatto una festa, ieri alle 22 all’ Autogrill Cantagallo Ovest con tanto di musica cori e un cartonato della Ministra con laurea in mano a grandezza naturale. Lo scopo reale dei militanti di AU era ovviamente quello di chiedere le dimissioni della Fedeli, non tanto per la sua “svista” ma per il fatto di aver mentito, e per tutelare la dignità del posto che ricopre.

In tutto questo marasma, il presidente del consiglio gentiloni Silveri ha espresso piena fiducia alla sua Ministra. C’è da riflettere tuttavia sul comportamento tenuto dalla maggioranza sulla questione. Probabilmente se la ministra Fedeli fosse appartenuta ad un’altra formazione politica oggi parleremmo di scioperi e di mozioni di sfiducia.