Questa domenica 26 marzo nella trasmissione "Che tempo che fa" su Raitre è intervenuto il ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini, esponente di primo piano del Pd, il quale è stato intervistato dal conduttore Fabio Fazio, parlando di diversi temi di attualità politica. Ecco le parti salienti di quello che ha detto.

Franceschini: 'Alle primarie del PD voto per Renzi, ha molta determinazione e oggi servono leader forti'

A una domanda sulla recente scissione del PD, Franceschini ha detto: "Quando si divide un partito che abbiamo fatto fatica a costruire insieme, chiudendo anche storie gloriose, è sempre una cosa dolorosa. Ma comunque adesso dobbiamo guardare avanti".

Parlando invece delle prossime Primarie del PD ha detto: "Voto per Matteo Renzi, l'ho votato anche l'altra volta. Nel nostro campo del centrosinistra e della sinistra c'è l'abitudine a triturare i leader. Basti pensare che dal 1994 il centrodestra ha sempre avuto come leader Berlusconi, da quando esiste il M5S lo ha sempre guidato Grillo, mentre noi in poco più di vent'anni alla guida del partito o del Governo abbiamo avuto: Occhetto, Prodi, D'Alema, Amato, Rutelli, Fassino, Veltroni, il sottoscritto, Bersani, Letta e Renzi.

Fermiamoci un momento. Matteo è una persona che ha pregi e difetti come tutti, ma ha dimostrato di avere molta determinazione e questa è una stagione in Italia e in Europa in cui servono del leader forti".

Ce la farà Renzi ad arrivare al 50% per evitare di essere rimandato al ballottaggio dell'assemblea del partito? "Io penso di sì, sta andando molto bene nel voto degli iscritti, poi vi sarà il voto popolare delle Primarie e io penso assolutamente che andrà sopra la maggioranza assoluta. Credo anche che quella del nostro Statuto è una regola sbagliata, perché se un candidato arriva al 48% al primo turno non può essere scavalcato dal secondo perché si è messo d'accordo con il terzo, non starebbe in piedi.

Quando fui candidato contro Bersani dissi che avrei riconosciuto la vittoria del primo anche senza maggioranza assoluta. Il voto popolare deve prevalere".

'Se non cambiano le cose, ci potrebbe essere una spinta a coalizioni strane o a larghe coalizioni'

Il quadro politico italiano è destinato all'instabilità? "Sì, se avesse vinto il Sì al referendum costituzionale avremmo avuto una sola Camera e una legge che garantiva una maggioranza al vincitore. Adesso invece abbiamo due Camere e tre poli attorno al 30%: è molto molto difficile che uno dei tre abbia la maggioranza assoluta in entrambe le Camere per governare da solo: succedeva raramente anche quando i poli erano due. Ma questo è un fatto aritmetico, non una valutazione politica.

Se non cambiano le cose, ci potrebbe essere una spinta a coalizioni strane o a larghe coalizioni. Io spero che non sia necessario. Ma purtroppo non c'è legge elettorale che tenga, quando tre aree politiche si equivalgano è molto difficile che una possa avere la maggioranza: so che non è una bella prospettiva ma è bene farci i conti".