Questa domenica 26 febbraio nella trasmissione "Che tempo che fa" su Raitre è intervenuto l'ex Premier ed ex segretario del Pd Matteo Renzi, il quale è stato intervistato dal conduttore Fabio Fazio, parlando di diversi temi di attualità politica. Ecco le parti salienti di quello che ha detto.
'Scissionisti non mi hanno mai voluto alla guida del partito. Loro parlano solo di me...'
Che pensa della scissione che il PD ha appena subito? "A me dispiace molto, perché abbiamo fatto di tutto per evitare che qualcuno se ne andasse. Ma è parso un disegno già scritto, ideato e prodotto da Massimo D'Alema.
Prima ha detto 'congresso o scissione', poi mi sono dimesso per poter scegliere il nuovo leader ma hanno fatto la scissione lo stesso. Possono chiedermi di dimettermi, ma non di rinunciare al sogno. D'Alema e i suoi amici non hanno mai mandato giù il rospo che uno non dei loro potesse guidare il partito. Io mi sono dimesso da Presidente del Consiglio e da segretario del PD perché ho perso. In troppi dicono che si dimettono e poi non lo fanno. Dopo il referendum sembra di essere tornati alla Prima Repubblica, in cui tutti i partito si scindono e rinascono i micro-partiti."
Cosa pensa della legge elettorale? "Spero che il Parlamento approvi una legge elettorale con i collegi, simile al Mattarellum.
Io però sono fuori. tre mesi fa avevo tutto il potere, ma oggi non sono nessuno. Non ho un incarico, non sono segretario, riparto da zero. Dico al Parlamento di fare il proprio dovere affinché i cittadini possano scegliere".
Ma la scissione dei Democratici e Progressisti è rimediabile? "E' stata una cosa molto di palazzo, fatta sulla data del Congresso e sui codicilli.
Io farò di tutto affinché si vada insieme, ma pare che il problema sia io. Parlano solo di me. Ma la nostra gente ha bisogno di risposte vere". E poi prosegue: "Ulteriori scissioni non sono possibili perché sono finite le sigle (ride, ndr). Se uno vince la competizione interna ha diritto di fare il proprio lavoro anche se non viene dalla stessa cultura politica dei capi che c'erano prima.
Non si può accettare una politica contro le persone. Tanti scissionisti parlano solo di me, ma il problema della sinistra non sono certo io, quanto Trump e il mondo che va dalla parte opposta rispetto a noi".
Cosa è successo dentro di lei in questi ultimi due mesi? "Passare dal tutto al niente è uno stress test importante. Agli ipocriti che sono stati vicini negli anni e poi sono spariti dico 'Evviva'. I miei figli devono sapere che loro padre può perdere ma non si arrende. Il mio obiettivo non è quello di tornare io, ma vorrei che non ci si rassegnasse alla logica del 'Sono tutti uguali' e 'Non cambierà mai niente'. Gli italiani che hanno votato Sì meritano di essere rimessi in campo. Io sono fuori davvero, non per finta, ora c'è un altro Presidente del Consiglio, lo stimo ma ora tocca a lui.
Io ho lasciato tutto senza vitalizi".
'Elezioni previste per febbraio 2018, se Gentiloni vuol votare prima lo decide lui'
Alla domanda ironica di Fazio sul fatto se Gentiloni possa stare sereno, Renzi ha detto: "Se rispondo sì lui si preoccupa (ride, ndr). Le elezioni sono previste nel febbraio 2018, se vuol votare prima lo decide lui e non altri".
Cosa fare contro la disoccupazione giovanile? "Dobbiamo creare le condizioni di sviluppo, affinché i ragazzi non se ne vadano all'estero. Dovremo trovare una soluzione per chi rimane fuori dal lavoro. Ma non possiamo dire "reddito di cittadinanza", occorre dare a tutti opportunità di fare qualcosa, ma non di prendere reddito senza fare nulla perché "tanto ci pensa papi" o mettendoli tutti in una partecipata: non è così che si può fare".
Quali sono le sue proposte fiscali? "Abbassare le tasse è un dovere, lo abbiamo fatto troppo piano: gli 80 euro sono stati un passettino positivo. Occorre però avere delle regole fiscali per tutta Europa, se il decifit è uguale per tutti nella UE non possono esistere paradisi fiscali."