La discussione è troppo noiosa? La votazione va per le lunghe? Non si trova l'accordo? No problem, una striscia e passa tutto. Si, ci riferiamo proprio ad una striscia di cocaina. La vicenda dai contorni tragicomici, ma decisamente seria, è quanto scoperto da un'inchiesta di Thomas Mackinson di Millennium, il nuovo inserto mensile del Fatto Quotidiano. Il giornalista, armato di telecamera e test antidroga, si è intrufolato nei bagni maschili del Parlamento italiano e ha svolto una serie di rilievi.
Risultato? Mackinson ha trovato tracce di cocaina.
Si tira e si vota
Sempre filmando il tutto con la sua telecamera nascosta, l'inviato di Millennium ha ispezionato i bagni dell'atrio della Camera dei Deputati, usando gli stessi test antidroga utilizzati dalle forze dell'ordine. I rilevamenti su alcune mensole hanno dato risultato positivo alla cocaina, con il tampone che è diventato di colore blu. Già di per sé la scoperta sarebbe sconcertante, ma a renderla ancora più agghiacciante è il sospetto che alcuni deputati abbiano fatto uso di droga prima di una votazione alla Camera.
Mackinson, infatti, ha eseguito più di un test nello stesso bagno in due momenti diversi della giornata.
La prima prova è stata fatta la mattina del 29 marzo 2017 e ha avuto esito negativo, senza rilevare tracce di stupefacenti. Ma dopo alcune ore e a ridosso di un'importante votazione, il giornalista ha eseguito nuovi test che questa volta sono risultati positivi. Per maggiore sicurezza, Mackinson ha fatto un'ulteriore prova, ma l'esito è stato lo stesso: nel bagno erano presenti tracce di cocaina.
Un Parlamento stupefacente
A onor di cronaca va precisato che quel bagno non è ad uso esclusivo degli onorevoli, ma viene usato anche da personale di servizio e giornalisti. Certo, questa precisazione dovuta non sminuisce la notizia, anche perché appare singolare la coincidenza temporale tra i test risultati positivi e le votazioni alla Camera, relativa al testo di legge su magistrati e politica.
I risultati di Mackinson si aggiungono ad altri casi in cui venivano accostati droga a politica.
Nel 2001 l'onorevole Mantovani di Rifondazione Comunista denunciò pubblicamente l'uso di spinelli e cocaina da parte di alcuni parlamentari. Ma lo scoop vero arrivò cinque anni dopo, quando gli inviati de Le Iene, avvalendosi dell'aiuto di una falsa truccatrice, applicarono dei tamponi sulla fronte di alcuni deputati. I test diedero risultati sconcertanti: su cinquanta campioni, 16 risultarono positivi.
Un vero e proprio Parlamento 'stupefacente', ma non in senso positivo. Sarà che anche prima di votare la modifica di legge sulla legittima difesa qualche parlamentare abbia fatto una visita al bagno?