Nasce a Londra e, in breve tempo, di diffonde anche in Francia e in Italia: è l'evoluzione della startup innovativa Feral Horses (Cavalli Selvaggi ) che propone una nuova forma di trading online per le opere d'arte contemporanea.

La microfinanza dell'arte

La piattaforma "Feral Horses" si apre a scenari finanziari in ambito artistico, presentandosi come un'interessante opportunità per tutti gli artisti che vogliono monetizzare e creare una rete commerciale nell'immenso mondo digitale, inserendosi all'interno di un mercato che non avrebbero potuto immaginare di scoprire ed utilizzare.

Il progetto della startup, infatti, è quello di permettere agli artisti, precisamente di arte contemporanea, di poter comprare e vendere quote di opere d'arte a £1.35 (in valuta inglese).

La piattaforma si divide in due aree:

  • Mercato primario: all'interno di quest'area, gli utenti possono acquistare quote di opere d'arte, dagli stessi artisti che le hanno realizzate, ad un prezzo fisso sempre stabilito dagli artisti.
  • Mercato secondario: area in cui è possibile commerciare con le stesse quote ottenute dalla prima area.

Il direttore artistico si occupa di reperire e creare la collezione di opere d'arte contemporanea e, in seguito, la stessa viene messa online aprendo così il circuito del mercato primario.

Durante questa prima fase, vengono gestiti tutti gli artisti, con i quali la Feral Horses collabora, che decidono il prezzo della loro opera e la quota che vogliono mettere in vendita: in questo modo cedono parte della propria opera senza perderne la proprietà: un'opportunità interessante per gli artisti che, inoltre, hanno anche la possibilità di scegliere il numero minimo di quote in cui suddividere la propria opera.

Gli utenti che accedono alla piattaforma avranno 45 giorni di tempo per acquistare le quote delle opere d'arte, con un intervallo di partecipazione che va dallo 0,1% al 20%. Al termine di questo periodo, le opere che hanno raggiunto l'obiettivo vengono rimosse dalla piattaforma e, coloro i quali hanno investito per l'acquisto delle quote, vengono rimborsati per l'apporto effettuato.

Le opere che, al contrario, hanno raggiunto l'obiettivo prefissato vengono inserite nel circuito del mercato secondario, all'interno del quale gli utenti potranno commerciare con le proprie quote. In questa seconda fase, gli utenti potranno scegliere cosa acquistare e cosa vendere, quando e a quale prezzo.

Feral Horses, in tutte le fasi, permetterà esclusivamente di gestire le opere d'arte e la negoziazione dei contratti d'affitto per conto degli stessi investitori in modo da generare profitto ed accrescere la visibilità di opere ed artisti. Non interverrà in alcun modo per promuovere o sponsorizzare singole opere, in modo da garantire trasparenza e chiarezza a tutti.

Un'idea dal valore etico

I principi che hanno spinto il gruppo di lavoro di Feral Horses a creare questa realtà commerciale sono principalmente:

  • Trasparenza e commercio etico delle opere d'arte
  • Dare rilevanza, liquidità e creazione di una rete commerciale ad artisti che sono stanchi di dover conservare le proprie opere all'interno delle mura domestiche
  • Abbattere noiose barriere logistiche
  • Offrire la possibilità agli artisti di stabilire il valore delle proprie opere
  • Semplificare il processo di entry-level sul mercato
  • Puntare sugli artisti emergenti
  • Offrire un'alternativa al mecenatismo, garantendo un approccio etico al mercato dell'arte

Tutto questo, viene realizzato da un gruppo di quattro giovani talentuosi che, a loro stesso dire, lungi dall'essere una galleria online (non è possibile, al momento, vendere totalmente le proprie opere), offrono una scelta alternativa alle rigide confizioni del metodo tradizionale.

Ecco chi sono:

  • Francesco Bellanca - CEO
  • Lise Arlot - CMO
  • Christian de Martin - CFO
  • Romano Oliveri - Art Director

Questi giovani, coraggiosi e con le idee molto chiare, affermano apertamente e con chiarezza, di voler posizionare in prima linea Feral Horses in quella che è considerata la rivoluzione del data-driver e che rivoluzionerà il mercato dell'arte nei prossimi anni.

Un altro esempio di autoimprenditorialità e autodeterminazione che nasce non solo per dare un valore monetario ad un'opera d'arte, ma soprattutto per ridare un valore morale ed etico alla creatività e alla bellezza di quelle manifestazioni dell'estro umano che restano ad esclusivo appannaggio dei propri creatori.