Quella avanzata da annamaria furlan, segretario della Cisl, sindacato da sempre vicino agli ambienti cattolici, rischia di essere la classica proposta divisiva. La Furlan invita, infatti, il parlamento italiano a votare al più presto la proposta di legge, bloccata da tempo nell’aula di Montecitorio, che si ripropone di punire i clienti per combattere la prostituzione. Proposta di legge che, come confermato dalla sua prima firmataria, la deputata Pd Caterina Bini, è la numero 3890 del 2016.

La Bini, rinvigorita dall’intervento della sindacalista, ribadisce la sua convinzione che la “strada maestra” da percorrere contro “l’abietto” fenomeno della prostituzione sia quella di punire i clienti.

L’intervista di Furlan ad Avvenire

Annamaria Furlan apre la sua intervista al quotidiano espressione del pensiero dei vescovi italiani (Cei) ricordando che è già stata depositata da tempo nel parlamento italiano una proposta di legge che si ripropone di combattere il fenomeno della prostituzione attraverso sanzioni per i clienti delle ‘lucciole’. Il segretario Cisl annuncia che il sindacato è pronto a raccogliere le firme per sostenere la ‘legge Bini’.

Secondo Furlan, chiunque decida di appartarsi e di servirsi delle prestazioni di una sex worker diventa automaticamente “complice di un crimine”. Il sindacato ‘bianco’, prosegue il segretario, è pronto a combattere con tutte le sue forze “ipocrisia” e “indifferenza” che da sempre accompagnano la tematica della prostituzione.

Dopo una breve rassegna sui “tanti volti” dello “sfruttamento” delle donne (a casa, al lavoro, nei campi con i caporali), Furlan torna parlare di prostituzione, confessando di credere veramente che la ‘crociata’ contro i clienti sia una “battaglia giusta”. La combattiva sindacalista incita la Cisl alla “sollevazione” contro lo sfruttamento materiale e sessuale delle donne, trattate come oggetti.

La chiusura della sua intervista è melodrammatica, con l’equiparazione tra chi costringe una giovane donna a prostituirsi e chi commette femminicidio.

Bini raccoglie l’appello

Appena presa visione dell’intervista della Furlan, la deputata del Pd, Caterina Bini, decide di intervenire sulle agenzie di stampa per confermare che la legge invocata a gran voce dal numero 1 Cisl già esiste, depositata in parlamento nel 2016 proprio da lei. “Lotta alla tratta di esseri umani a scopo di prostituzione e sanzioni per il cliente”, questi i punti costitutivi del pdl Bini che, ora, la sua madrina chiede di approvare “al più presto”. La Bini porta in suo favore gli esempi, secondo lei virtuosi, di Svezia, Norvegia e Francia dove la punizione per i clienti è già realtà.

Nulla aggiunge, invece, su paesi come Germania, Svizzera, Austria e Olanda dove il ‘mestiere più antico del mondo’ è stato legalizzato da tempo, e con buoni risultati, senza tenere conto dell’ideologia cattolica. Inoltre, ricorda la parlamentare Dem, anche il parlamento europeo ha approvato due anni fa una risoluzione che invita i suoi membri ad adottare una legislazione punitiva verso i clienti.