Il centro di accoglienza per migranti (Cara) di foggia, il terzo per dimensioni di tutta Europa, ospita al momento circa 1500 profughi. Lo gestisce la cooperativa Senis Hospes che lucrerebbe una cifra pari a circa un milione di euro al mese. Come mostrato da un’inchiesta della trasmissione di La7 La Gabbia Open, andata in onda mercoledì 31 maggio, le condizioni di vita all’interno del centro rasentano lo schiavismo, tra prostituzione, lavoro nero e condizioni igienico-sanitarie indegne della vita umana. Questa situazione aveva portato, solo pochi giorni fa, ad una rivolta dei cittadini foggiani, dopo che un migrante aveva derubato una anziana signora cercando persino di violentarla.

Ieri, ospite nello studio di Gianlugi Paragone, c’era anche il leader della Lega, Matteo Salvini, che ha chiesto con forza l’intervento delle istituzioni altrimenti, ha promesso, sarà lui stesso a recarsi nel Cara di Foggia il 2 giugno, giorno della Festa della Repubblica.

Le immagini del Cara di Foggia

“Un documento esclusivo, immagine disgustosa di come lo Stato italiano stia finanziando questi Cara”. Con queste parole Paragone introduce il servizio le cui immagini basterebbero a parlare da sole e di cui, dice, “uno Stato democratico dovrebbe vergognarsi”. L’inviato della Gabbia, d’accordo con il suo ‘gancio’, si reca nelle campagne di Borgo Mezzanone per introdursi di nascosto nel Cara di Foggia.

“Dicono che le condizioni dentro siano allucinati, ma io voglio vedere”, dice il giornalista mentre, insieme al suo contatto, si introduce nel centro attraverso un buco della recinzione. Negli ‘appartamenti’ l’igiene è “un’utopia”, tra sporcizia, topi e scarafaggi. Decine di persone ammassate in pochi metri quadrati anche da più di un anno.

Nei bagni comuni, poi, “lo schifo è indicibile”, “in televisione non si sente la puzza, ma fa vomitare”. Niente acqua corrente. La ‘visita guidata’ prosegue in un grande capannone “illuminato a giorno” anche se è mezzanotte. Almeno 100 posti letto, sembra di stare in un “allevamento di galline” con tanto di gabbie. Un pollaio che, però, rende 22 euro al giorno per ‘ospite’ alla cooperativa che gestisce il Cara di Foggia.

Totale: circa un milione di euro al mese che finiscono nelle tasche della Senis Hospes di Camillo Aceto, la cooperativa con sede ‘fantasma’ (come mostra il servizio) nel paese lucano di Senise, in provincia di Potenza.

La prostituzione

Proprio accanto al Cara (praticamente sono la stessa cosa) sorge quello che l’inviato di La7 definisce un “ghetto agricolo”, dove soggiornano i migranti utilizzati per la raccolta di frutta e verdura. Una vera e propria città che ospita residenti anche da più di dieci anni. Bar, punti di ristoro, officine per le auto, acqua ed elettricità ‘rubate’, ma nessuna assistenza medica. Sempre dal Cara si può accedere comodamente ad un edificio fatiscente che viene definito letteralmente un “bordello”, dove cioè si sfrutta e si pratica la prostituzione.

Lucciole e protettori, quasi sempre nigeriani, giunti qui dopo lo sgombero del ghetto di Rignano Garganico. Dieci euro a prestazione è la tariffa praticata in night club improvvisati chiamati ‘case-puttana’.

La reazione di Salvini

“In un paese normale - sbotta il leader leghista al termine del servizio - stante una situazione del genere, uno scandalo che continua da oltre due anni, si dovrebbe chiudere tutto. Ma dove sono i rappresentanti del Governo, il prefetto, la polizia?”. Salvini se la prende con le cooperative che, a suo dire, lucrano sfruttando la disperazione delle persone e chiede allo Stato italiano di investire quei soldi direttamente in Africa. Poi, la minaccia di recarsi personalmente di fronte ai cancelli del Cara di Foggia il 2 giugno, Festa della Repubblica, se le istituzioni, ministro dell’Interno Minniti in testa, non si muoveranno.